Ladispoli, caso Marco Vannini- Si è conclusa da poche ore oggi, 4 aprile 2018, l'ultima udienza prima della sentenza, prevista il 18 aprile, per la morte del giovane Marco Vannini. Sul banco degli imputati l'intera famiglia Ciontoli, nella cui casa di Ladispoli il giovane è stato ferito a morte da un’arma da fuoco la sera del 17 maggio 2015.

La mamma di Marco Vannini esce dall'aula del processo

Oggi al processo era la volta della difesa che ha concluso la sua arringa in assenza della famiglia di Marco che ha deciso di lasciare l'aula probabilmente per risparmiarsi l'ennesimo dolore dinnanzi alle motivazioni degli avvocati difensori.

"Non ce la faccio a sentire" così avrebbe detto Marina, la mamma di Marco. Pietro Messina, avvocato dei Ciontoli, chiede l'assoluzione in quanto al massimo "si possono imputare 35 minuti di ritardo nei soccorsi". Per ciò che concerne le intercettazioni registrate in caserma subito dopo la morte di Marco, l'avvocato parla di 'deliri di giovani' appartenenti alla borghesia, che essendo svegli da più di 34 ore, non sapevano, in sintesi, ciò che dicevano.

La difesa: si sono fidati del capo famiglia

Martina, la fidanzata di Marco, Federico, suo fratello e Maria Pezzillo, moglie di Antonio Ciontoli, avrebbero la sola "colpa" di essersi fidati del capo famiglia, il 48enne Antonio Ciontoli. Non si sarebbero secondo la difesa, accorti di ciò che stava realmente accadendo.

L'avvocato sottolinea come specie al sud sia normale che le mogli si affidino completamente ai mariti e Maria Pezzillo è una "moglie meridionale molto semplice, totalmente affidata al marito"

Chiesta assoluzione per tutti

Pietro Messina nel processo rappresenta anche Viola Giorgini, la fidanzata di Federico, anch'essa presente in casa Ciontoli la sera della tragedia e anche per lei invoca l'assoluzione, tanto più che era a tutti gli effetti solo un ospite.

Per ciò che concerne, invece la posizione di Antonio Ciontoli, gli avvocati invocano l'omicidio puramente colposo. Un incidente. Chiesta quindi senza indugi l'assoluzione per tutta la famiglia Ciontoli. L'avvocato Messina domanda infine alla Corte un giudizio disinteressato e sereno che tenga conto del fatto che non ci sia certezza ne dubbio.

Il pm Alessandra D’Amore, lo ricordiamo, aveva chiesto la pena massima consentita per i reati contestati, ovvero 21 anni per Antonio Ciontoli, 14 anni per la moglie Maria Pezzillo, Martina Ciontoli ed il fratello Federico e due anni per Viola Giorgini. Questa richiesta aveva soddisfatto la famiglia Vannini.

Tutti gli elementi considerati comunque si riferiscono al momento successivo allo sparo: ancora poco chiaro cosa ci facesse quella notte Antonio Ciontoli in bagno con Marco e perché e come si partito quel colpo. La sentenza finale del processo prevista il 18 aprile.