In questo mondo che cambia in continuazione, Paesi che si fanno la guerra e politici arrivisti, qualcosa di buono accade. I genitori per i figli farebbero qualsiasi cosa. È l’esempio di un papà eroe che ha dimostrato un amore incondizionato per il figlio di nemmeno un anno.

L’amore di un padre per il figlio

A Padova, presso il Centro di chirurgia epatobiliare e trapianti di fegato dell’Azienda ospedaliera universitaria diretto dal professor Umberto Cillo, un neonato è stato salvato dal padre che gli ha donato una parte del suo fegato.

Il bimbo, di soli dieci chili e con una grave patologia epatica, necessitava urgentemente di un Trapianto, ma non c’erano organi disponibili. Per salvare il piccolo c’era solo una soluzione: un trapianto epatico da parte di un donatore vivente. Entrambi i genitori si sono offerti per aiutare il figlio; i medici scelgono il papà dato che la mamma deve occuparsi anche dell’altro figlio. Dopo il via libera del ministero della salute, l’operazione viene eseguita. Il papà dona, così, il lobo sinistro del suo fegato (circa il 25% del totale). Si è trattato di un intervento molto difficile per il professor Cillo e il suo staff che hanno ottenuto un risultato ottimo.

Questo episodio non è stato il primo caso di trapianto da donatore vivente: nel 1997 si verificò un caso analogo. Un ferroviere croato donò una porzione del suo fegato al figlio, malato di tumore. Dopo vent’anni, grazie al coraggio e all’amore di un papà per il figlio e grazie alla bravura di un’équipe medica specializzata, è stato possibile salvare un’altra piccola vita.

Trapianto di fegato: numeri da record nel 2017

In Italia la lista di attesa dei pazienti che hanno bisogno di un trapianto si è notevolmente ridotta negli ultimi anni. È stato redatto un protocollo secondo il quale il fegato di ogni donatore deceduto con meno di cinquanta anni venga suddiviso in due porzioni (“split”); in questo modo è possibile effettuare due trapianti: il primo per un paziente adulto e l’altro per un paziente pediatrico.

Secondo il report nazionale del Ministero della Salute, il Veneto si classifica al terzo posto (preceduto da Lombardia e Toscana) per numero di donazioni al 31 dicembre 2017 (196 donatori). Luca Zaia, presidente della regione veneta, si è detto soddisfatto e orgoglioso della professionalità dei medici e della generosità dei donatori veneti.

La medicina non si ferma ai successi dell'anno passato, vuole migliorare sempre di più; infatti, a metà dicembre 2017, la Conferenza per i rapporti tra Stato, Regioni e Provincie Autonome di Trento e Bolzano ha adottato il programma nazionale per aumentare le donazioni di organi nel triennio 2018-2020. L’obiettivo è quello di stabilire standard minimi organizzativi e metodologici per un sistema regionale sostenibile ed efficiente in grado di aumentare il livello di donazione di organi.