La tragedia del viadotto di Francavilla, in Abruzzo, sembra non essere ancora terminata. Dalle indagini delle autorità, infatti, continuano a emergere particolari sempre più agghiaccianti, che mettono in luce come Filippone, durante l'omicidio della figlia e della moglie, si trovasse, forse, in uno stato psico-fisico non completamente lucido. Insomma, il folle gesto potrebbe esser stato facilitato da sostanze stupefacenti.
Filippone ha consumato cocaina?
In questi nove giorni, in molti si sono chiesti come abbia fatto Filippone a commettere un simile gesto, inimmaginabile per qualsiasi persona 'normale'. L'omicidio della figlia, inoltre, è apparso di una brutalità fuori dal comune.
Le ultime indagini delle forze dell'ordine, sembrano 'spiegare' almeno in parte la follia dell'omicida. Sul sedile della sua automobile, infatti, sono stati ritrovati cinquanta grammi di una sottile polvere biancastra che, una volta analizzata, si è scoperto esser costituita da due sostanze, una delle quali è la cocaina. Insomma, la sostanza stupefacente avrebbe abbassato i freni inibitori dell'uomo e.nel contempo gli avrebbe fornito una maggiore sensazione di forza e invulnerabilità, testimoniata dalla totale mancanza di sensibilità nel lancio della figlia dal viadotto.
La stessa cocaina, inoltre, avrebbe consentito a Filippone di realizzare un suicidio così violento senza troppe preoccupazioni o paure.
Si scava nel passato
Nonostante la tragedia di Francavilla si sia conclusa nel peggiore dei modi, con la morte di tutti i protagonisti, resta la volontà di far luce sulle reali motivazioni che hanno spinto Filippone a commettere un duplice omicidio così efferato. Le autorità stanno inevitabilmente scavando nel passato dell'uomo, per cercare alcuni segnali che possano in parte spiegare una simile tragedia.
Se la depressione dell'uomo per la recente morte della madre è ormai cosa risaputa, nulla si sa sulla relazione con la moglie. Un particolare, però, non è sfuggito a chi si sta occupando delle indagini.
Filippone, infatti, nel momento del suo folle gesto, aveva nel taschino della sua camicia il cellulare della moglie, ritrovato semi distrutto sulla scena del crimine a causa volo dal viadotto. Un esperto tecnico informatico è già al lavoro per rintracciare le conversazioni telefoniche tra l'omicida e la consorte Maria Angrilli.