Oggi, domenica 8 luglio, è scoparso il noto produttore Carlo Vanzina. A darne il triste annuncio sono stati la moglie Lisa Elidoni e il fratello maggiore, Enrico. Il regista aveva narrato le ferie all'italiana e, con le celebri pellicole che hanno riscosso grande seguito negli anni '80 e '90, aveva saputo delineare le evoluzioni del nostro Paese attraverso tanti protagonisti, alle volte sprovveduti, altre sprezzanti che hanno hanno fatto esplodere tanti talenti cinematografici, tra cui Massimo Ghini, Massimo Boldi, Christian De Sica e Jerry Calà.

Ma ciò che stupisce di più di Vanzina è il fatto che da giovane non volesse diventare un produttore, ma un critico cinematografico: "Da giovane possedevo degli album che completavo con tutte le pellicole che guardavo e ne guardavo moltissime - dichiarava - realizzavo i miei piccoli giudizi critici, mettevo già le stelline anche se non si utilizzava, redigevo tutta la troupe, dagli attori al responsabile fotografico. Ero davvero patito d'arte cinematografica".

La carriera: da Monicelli ai cinepanettoni

Carlo Vanzina aveva avuto come insegnante Mario Monicelli. "Il mio papà mi mandò da Monicelli che era uno dei suoi più grandi amici, con il quale avevano collaborato tanto assieme - spiegava il regista - inizialmente mi trattava davvero male, non desiderava che mi sentissi agevolato perché ero figlio di qualcuno di importante".

Sul luogo delle riprese de L'armata Brancaleone Vanzina imparò tante "astuzie" per esercitare al meglio la professione: "Monicelli era uno austero ed un falso malvagio. Mi ha trattato in maniera terribile, ho fatto tanti pianti ma nonostante ciò ho stretto i denti e ho continuato a proseguire finché mi ha fatto il suo primo aiuto.

Carlo ha appreso tante nuove tecniche da Monicelli, specialmente dall'insegnamento, che ha sfruttato quando ha esordito come produttore nel '76 con Luna di miele in tre con Renato Pozzetto e Stefania Casini, ideato dal fratello Enrico come sempre sarà con le sessanta pellicole che hanno creato insieme. Il primo grande capolavoro sulle ferie all'italiana fu Sapore di mare nel '83.

Questo nome era stato scelto in quanto i diritti d'autore di "Sapore di sale" erano già stati comprati da Neri Parenti. Sempre sulle orme di quell'incredibile seguito arrivò la variante vacanze invernali, Vacanze di Natale. La pellicola venne pubblicata prima della Vigilia di Natale e fece nascere un genere che, con evoluzioni e correzioni, è arrivato fino ad oggi. I critici che li contrastavano, li bollarono come" cinepanettoni" (espressione che Carlo ed Enrico avevano sempre rigettato), gli spettatori li adoravano e da lì è arrivato il vero e proprio successo. "Al di là del fenomeno di tradizione che ne è derivato, Vacanze di Natale era una vera e propria commedia all'italiana tratta da Vacanze d'inverno, pellicola di Camillo Mastrocinque, ideata da Gino De Laurentiis - spiegava Enrico Vanzina - a noi appassionava quella tipologia di arte cinematografica che era quella che avevamo appreso a fare sui luoghi delle riprese di nostro padre, Steno.

De Laurentiis è stato in grado di tramutare una pellicola in un marchio e imporlo come gusto national popolare. Inoltre, ha ideato la il duo vincente Boldi-De Sica che, tra l'altro, aveva debuttato nella nostra pellicola Yuppies - I giovani di successo e poi si è denotato un'eccellente macchina da guerra della comicità". Per Carlo il legame con gli attori, è stato sempre il lato più rilevante del suo mestiere: "Anche se la sceneggiatura è piuttosto buona e ci sono battute efficaci - spiegava - se arriva un ottimo interprete di commedia che è perspicace ed ironico è evidente che tu come produttore non devi fermarlo ma invece spronarlo ed incoraggiarlo".

L'ultima pellicola di Vanzina

L'ultimo capolavoro è stato Caccia al tesoro con Serena Rossi, Vincenzo Salemme e Carlo Buccirosso, che come sostiene Paolo D'Agostini de La Repubblica all'interno della suo articolo, si ricollega al modo di "fare commedia" con la quale i fratelli Vanzina sono nati.

Sullo stile di Operazione a San Gennaro di Dino Risi, Manfredi primo attore e Totò ospite d'eccezione come nei Soliti Ignoti, una combriccola di farabutti che combina le forze per riuscire ad impadronirsi del tesoro di San Gennaro.