Charlene Downes aveva solo 14 anni quando il primo novembre del 2003 sparì nel nulla. La ragazzina, uno spirito ribelle, viveva a Blackpool, nella contea inglese del Lancashire ed il giallo della sua scomparsa è particolarmente inquietante ed agghiacciante. Durante le indagini, infatti, si scoprì che il padre Bob - che in un primo momento era stato accusato di omicidio - aveva una doppia vita.
Nel corso del processo, poi, venne avanzata un'ipotesi terribile ed incredibile: Charlene era stata uccisa, fatta a pezzi e servita come carne per il kebab, La storia dell'adolescente è stata ripercorsa, con la madre Karen dal Mirror, in occasione del 15esimo anniversario della sua scomparsa.
I sospetti sul padre
Come molte adolescenti, Charlene aveva un rapporto molto conflittuale in famiglia. Non aveva un carattere semplice e le liti erano all'ordine del giorno, ma nessuno si aspettava che potesse sparire nel nulla. Quando il primo novembre 2003 non fece ritorno a casa, i genitori Karen e Bob, presentarono subito denuncia di scomparsa e le ricerche iniziarono immediatamente.
Dopo pochi giorni, la polizia arrestò il padre: durante le prime indagini, infatti, emerse che Bob aveva una doppia vita. In casa vennero trovati documenti intestati ad una misteriosa donna (Martina Peters), parrucche, indumenti femminili e smalti. L'uomo aveva confessato di essere transessuale e gli investigatori pensarono che Charlene avesse scoperto il suo segreto e, per questo, l'uomo avesse uccisa.
Bob fu scarcerato dopo qualche settimana, ma la moglie, come ha ricordato al Mirror, non ha mai pensato che potesse essere un assassino. "Non lo riconoscevo più - ha ammesso - ma sapevo che soffriva per nostra figlia e che era un buon padre".
L'ipotesi più agghiacciante
Nel corso degli anni, gli inquirenti, batterono le piste più diverse ed arrivarono a fermare decine di uomini.
3 anni dopo la scomparsa di Charlene, nel 2006, gli investigatori comunicarono ai coniugi Downes che la figlia, con ogni probabilità, era morta e che pensavano di dichiarare chiuso il caso. A processo, nel 2007, finirono, Iyad Albattikhi, un giordano proprietario di un locale kebab e Mohammed Reveshi, iraniano. I due furono accusati di aver ucciso la ragazzina, di averla fatta a pezzi e di aver servito la sua carne nel ristorante.
Qualche tempo più tardi, però anche Iyad e Mohammed vennero prosciolti dalla terribile accusa ed addirittura risarciti per ingiusta detenzione. Emerse, infatti, che le indagini erano state condotte superficialmente, dando ascolto ad alcuni sedicenti testimoni, ma senza raccogliere prove concrete.
Karen, oggi ha raccontato che quel processo l'aveva fatta soffrire terribilmente: "Quando ho sentito che mia figlia era stata servita in un locale come kebab sono quasi svenuta e ho vomitato".
Il giallo mai risolto di Charlene
Dal quel novembre sono trascorsi ormai 15 anni, ma la famiglia, ancora, non ha avuto risposte sulla fine di Charlene. Tante le ipotesi, ma nessuna certezza. Secondo un altro filone di indagine, infatti, la ragazzina - qualche mese prima di sparire - avrebbe iniziato a prostituirsi e sarebbe finita nelle mani di una banda criminale asiatica. Anche in quel caso, però, le illazioni non furono mai confutate da prove concrete ed autentiche.
Per Karen Downes, oggi, il rammarico più grande, è quello di aver perso la sua bambina ancora prima della sua scomparsa.
"Era diventata ribelle, era cambiata e ci respingeva. Però non meritava quella fine" ha raccontato la madre. Poi ha concluso: "Noi ora proviamo ad andare avanti, anche perché abbiamo altre figlie e nipotini, ma la polizia ci ha assicurato che rivedrà il suo caso". "Io però - ha concluso commossa - mi aspetto ancora che Charlene apra la porta e mi dica: "Mamma, sono a casa".