Un 33enne australiano si era concesso una nuotata lungo le coste di Cid Harbour, nelle isole Whitsunday, in Australia, ma ha pagato con la vita il gesto. Uno squalo lo ha attaccato all'improvviso alle gambe, lacerandogliele. L'uomo ha perso molto sangue e, dopo il tempestivo trasporto all'ospedale, è morto. Il dramma è avvenuto lo scorso 5 novembre 2018. Il 33enne si trovava su uno yacht, insieme agli amici, quando ha deciso di tuffarsi.

Il sole stava tramontando. Mentre nuotava tranquillamente, l'uomo è stato morso dal pescecane alle gambe e poi al braccio sinistro. Gli amici sono riusciti a far allontanare l'animale quando ormai era troppo tardi.

Il timore di nuovi attacchi in quella zona

Nonostante il tempestivo intervento degli amici e del personale sanitario, l'uomo aggredito dallo squalo non ce l'ha fatta. I sanitari hanno dapprima stabilizzato il 33enne sul posto, poi lo hanno trasportato all'ospedale di Mackay (distante un centinaio di chilometri dal luogo dell'aggressione) con l'elicottero. Una volta arrivato al nosocomio, l'uomo è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico, che però è stato inutile.

Troppo profonde le ferite riportate alle gambe. Il decesso è avvenuto poco dopo il trasporto all'ospedale australiano. Ora è forte il timore di nuovi attacchi di squali in quella zona. Da settembre ad oggi si sono registrate già tre incursioni. Un paio di mesi fa, a Cid Harbour, i pescicani hanno attaccato una bambina di 12 anni, Hanna Papps, e una donna di 46 anni. Entrambe sono riuscite a salvarsi, ma alla piccola è stata strappata una gamba.

Location amata dagli appassionati di immersioni subacquee

La zona australiana dove recentemente è avvenuta la tragedia è meta di numerosi appassionati di immersioni subacquee. Gli attacchi di squali, in passato, sono stati rari. Negli ultimi tempi, dopo gli attacchi nel Queensland, sono stati uccisi quattro squali tigre.

Justine Barwick, una turista 46enne, è stata assalita da uno squalo dopo essersi tuffata da uno yacht, lo scorso 19 settembre 2018, e ancora non riesce a dimenticare quella brutta esperienza: ha ancora i segni sul corpo di quell'attacco. Justine, madre di due bimbi, stava facendo snorkeling (nuoto a pelo d'acqua con maschera e boccaglio per ammirare i fondali marini) quando è stata morsa alla coscia sinistra. Il giorno seguente, sempre nella stessa zona, è stata attaccata la piccola Hanna Papps, che fortunatamente è riuscita a salvarsi ma ha perso un arto.