Avevano nascosto nei tubulari del gommone marijuana e cocaina con una forte fragranza al gelsomino per poter evitare che i cani antidroga fiutassero le sostanze illecite facendo così scattare l'arresto. Ma se sono già riusciti ad evitare il carcere una volta, stavolta le cose sono andate male: i Carabinieri di Brindisi hanno fatto scattare le manette per i responsabili. Gestivano un giro di vendite di droga dall'Albania all'Italia.

La droga era al gelsomino per evitare che i cani antidroga fiutassero l'odore della sostanza

Gli uomini dediti allo spaccio di droga nascondevano della marijuana e della cocaina nei tubulari di gomma del gommone, ed avevano aggiunto una fragranza al gelsomino per eludere i controlli dei cani antidroga.

L'estate scorsa sorprendentemente l'idea aveva funzionato. I controlli effettuati avevano portato soltanto a due arresti (con la cosiddetta operazione "Offshore") con un sequestro di un quantitativo ingente di droga. Ma niente che potesse riuscire a fermare l'intera associazione a delinquere. Oggi all'alba però le manette sono scattate per altri componenti della banda. Sei persone in tutto sono state accusate di spaccio di stupefacenti con l'aggravante per la grande quantità di materiale detenuto. Una settima persona invece è stata accusata per detenzione di 161 grammi di marijuana. Il trasporto della droga avveniva a bordo di uno scafo che partiva dall'Albania per arrivare al largo della cittadina di Otranto.

Gli arrestati utilizzavano un sistema di codici per comunicare fra di loro

Per poter stabilire il quantitativo di sostanze stupefacenti ai vari spacciatori, si utilizzavano espressioni del tipo "un pollo intero" oppure dei rimandi al mondo dei motori. Gli inquirenti sono certi che questo tipo di comunicazione è sempre stato usato proprio per la buona riuscita degli accordi stipulati.

Gli uomini arrestati, secondo quanto riportato dal quotidiano locale Brindisi Report, sono: Giuseppe Ferrero, Cesare Iaia, Maurizio La Salvia, Cosimo Damiano Laporta, Pierpaolo Maiorano, Mattia Pano e Michele Pano. Gli arrestati sarebbero stati i primi in Italia ad utilizzare le tecniche delle profumazioni per eludere il fiuto dei cani antidroga.

I sequestri che sono stati effettuati sono costituiti da 250 chilogrammi di marijuana e mezzo chilo di cocaina, che da sola avrebbe fruttato ai malintenzionati circa 20mila euro. La droga, sottolineano gli investigatori, non proveniva dall'Albania.