Quella che si è verificata nell'India nordorientale, precisamente nello stato di Bihar, ha il sapore di una vera e propria tragedia famigliare nella quale le vittime sono, ancora una volta, delle donne. In particolare, una donna di quaranta anni, Pushpa Devi, e le sue due bambine di otto e di cinque anni, sono state bruciate vive dal proprio marito e padre, Manoj Soni, un uomo quarantacinquenne.

Questo perché, secondo quanto riferisce il noto sito 'Fanpage.it', alla donna veniva comminata l'accusa di non riuscire a regalare all'uomo un figlio maschio. La coppia era sposata da ben venti anni, ma il fatto di non essere riusciti ad avere un bambino maschio, era considerato evidentemente un fatto troppo grave, tant'è che l'uomo ha deciso di uccidere la propria consorte.

India: uccide la moglie perché non era riuscita a dargli un figlio maschio

In un paese come l'India, infatti, le differenze di genere sono ancora molto sentite e non partorire un figlio maschio è considerata una vera e propria colpa.

Una colpa da pagare con la morte, almeno per l'uomo in questione e la famiglia di quest'ultimo. Infatti, Manoj Soni non avrebbe agito in solitaria, ma addirittura col sostegno dei suoi genitori. I tre, quindi, avrebbero dato fuoco alla casa in cui si trovava la donna insieme alle loro bambine di otto e di cinque anni. Prima di mettere fuoco all'abitazione, però, i criminali si sono assicurati di imbavagliare le tre vittime, in modo che nessuno potesse sentire alcun rumore proveniente dalla casa, e di bloccarle per non permettergli di scappare. Nel momento in cui i vicini si sono accorti del fumo che fuoriusciva dall'abitazione, hanno immediatamente lanciato l'allarme e chiesto aiuto ai soccorsi che, però, nel momento in cui sono arrivati sul posto, hanno potuto soltanto constatare il decesso della donna e delle due bambine.

L'artefice di questo insano gesto è nel frattempo scappato assieme alla sua famiglia ed è attualmente ricercato dalle forze dell'ordine. Stando a quanto hanno dichiarato alcuni vicini, la donna aveva sempre subito maltrattamenti da parte dell'uomo per non avergli dato un figlio maschio. La donna pare che venisse picchiata e umiliata continuamente dal marito, e neanche le due bambine ricevevano alcun segno di affetto da parte del loro papà e dei loro nonni. A seguito della morte delle tre, ha parlato il fratello della donna, spiegando che era sempre stata maltrattata da suo marito e che anche nel giorno dell'omicidio la suocera lo aveva chiamato puntandogli il dito contro perché sua sorella non era stata in grado di mettere alla luce un bambino nonostante gli sforzi fatti dalla famiglia.