Il capo dell'agenzia spaziale nazionale della Russia ha proposto una nuova missione sulla Luna, proprio per verificare se gli sbarchi delle missioni Apollo americane sono o meno avvenute realmente. Dmitry Rogozin, direttore dell'agenzia, ha così risposto a una domanda che gli è stata posta dal presidente della Moldavia Igor Dodon, mettendo dunque in dubbio le missioni della Nasa.

I russi mettono in dubbio le missioni Apollo

Sembrava stessero scherzando, sorridevano e stringevano le spalle, ma in realtà le teorie cospirazioniste che circondano le missioni Apollo della Nasa sono molto diffuse e comuni in Russia.

In un post su Twitter pubblicato direttamente da Rogozin si annuncia: "Abbiamo fissato questo obiettivo per volare e verificare se ci sono stati o meno". Le missioni della NASA, seppur ben documentate a cavallo tra gli anni 60 e 70, ora danno adito a teorie del complotto. Come dichiarato da Forbes nel 2015, la NASA ha dichiarato pubblicamente che gli Stati Uniti non possiedono più la tecnologia o il "know how" (sapere) per tornare sulla luna. Questa affermazione ovviamente ha sconcertato molti studiosi, poiché si tratta di una regressione scientifica dalle enormi dimensioni. Anche le ere del passato, quelle più oscure, hanno sempre lasciato traccia di quanto fatto e conseguito: mentre quanto successo appena qualche decennio fa è tutto improvvisamente sparito.

Con questi dubbi e a causa della mancata trasparenza della NASA su quel periodo (ricordiamo che si era in piena guerra fredda), Dmitry Rogozin è pronto a riportare l'uomo sulla luna per verificare quanto fatto dagli americani. Il piano per riportare l'uomo sul satellite della Terra, che verrà portato avanti dalla Russia, ovviamente avverrà con una tecnologia avanzata e migliore di quella di 40/50 anni fa.

Prossimo viaggio non prima del 2030

Uno degli ostacoli della natura più insormontabili da bypassare sono le cosiddette cinture di Van Allen, fasci di energia che circondano il nostro pianeta scoperte nel 1958, che non permetterebbero a nessun essere vivente di superarle a causa della radioattività molto intensa. Motivo per il quale in molti sono a chiedersi come gli astronauti americani abbiamo potuto farcela senza alcun segno di avvelenamento o lo sviluppo di tumori in età più tarda.

Secondo il progettista del prossimo programma spaziale russo lo sbarco del prossimo equipaggio sulla Luna non avverrà però prima del 2030, ovvero prima di aver risolto il problema delle fasce di Van Allen.