Si stanno svolgendo in questi giorni gli interrogatori della Procura per accertare le cause, e di conseguenza le responsabilità, del tragico crollo del Ponte Morandi di Genova. Il viadotto ha ceduto lo scorso 14 agosto, senza preavviso, causando la morte di 43 persone. Molte le ipotesi che sono state fatte sulla causa dell'inatteso cedimento. La più avvalorata parla di stralli di sostegno consumati dalla ruggine e non più in grado di sostenere il peso del ponte e del traffico automobilistico.

Adesso però spunta fuori un'altra ipotesi, che in un primo momento era stata accantonata dagli inquirenti in quanto ritenuta poco probabile.

La bobina di acciaio sul Ponte Morandi

Agostino Marioni è un ingegnere che oggi lavora in Cina, ma che negli anni Novanta lavorava per Alga. Alga è la società che in quel periodo, e più precisamente nel 1993, si occupò dei lavori di consolidamento del ponte, in particolar modo del pilone 11. Marioni ricorda che il problema era legato ad un difetto di costruzione, per cui gli stralli non erano stati posizionati correttamente e il calcestruzzo non aveva fatto sufficiente presa.

L'ingegnere, sentito dal pm Massimo Terrile, dice però di essersi fatto un'altra idea circa il cedimento del 14 agosto. Guardando i video registrati quel giorno, è giunto alla conclusione che il collasso del ponte sia stato causato da un motivo ben preciso, ovvero dalla caduta di una bobina di acciaio da un camion di passaggio.

La ricostruzione del crollo del Ponte Morandi

Questo fatto era già noto: il giorno 14 agosto un autoarticolato Fiat Stralis della Mcm autotrasporti di Novi Ligure percorreva il Ponte Morandi. Trasportava una bobina di acciaio, detta coil, da 3,5 tonnellate. Il peso rientrava, se pure di poco, nella norma. La bobina cadde dal piano dell'autoarticolato. Poco dopo il ponte crollò.

L'autista si salvò per miracolo. Fino ad ora si era sempre escluso che fosse stato questo episodio a causare la rottura, ma Marioni sostiene il contrario. Dice infatti che l'impatto potrebbe aver avuto lo stesso effetto di un "colpo di cannone". La classica goccia che fa traboccare il vaso in una situazione già compromessa.

Le indagini sul crollo del Ponte Morandi continuano

L'opinione del tecnico verrà tenuta nella debita considerazione mentre continuano gli interrogatori. Dopo il fine settimana verranno sentiti Manuele De Angelis, tecnico di Spea, e Massimiliano Giacobbi, dipendente della società di Autostrade incaricato dei controlli strutturali. In questo modo sarà possibile sentire il parere di persone esperte circa le motivazioni più plausibili per una tragedia che doveva essere evitata.