Gianfranco Zani (52 anni) è da ieri all'interno di un reparto psichiatrico di Cremona. Stiamo parlando dell'artigiano che l'altra sera, in quel di Sabbioneta, ha dato fuoco all'abitazione della sua ex moglie, facendo morire uno dei loro tre figli. L'uomo è accusato di due gravissimi reati: incendio doloso e omicidio volontario. Molti i sospetti sulla turpe azione dell'uomo, terribili sospetti che, con il passare del tempo, stanno divenendo una certezza.
I carabinieri pensano che Zani abbia volontariamente chiuso a chiave la stanza in cui si trovava il figlioletto (parliamo del povero Marco, 11 anni) al fine di lasciarlo morire tra le fiamme appiccate da lui stesso. Il bambino non ce l'ha fatta ed è spirato presso l'ospedale Oglio Po.
Tragedia di Sabbioneta: Zani avrebbe pianificato l'uccisione del figlio
Marco è morto a causa dell'incendio appiccato da suo padre Gianfranco Zani a Sabbioneta. Ad impedirgli qualsiasi speranza di fuga sarebbe stato lo stesso genitore. Il pm Andrea Ranalli, il procuratore capo Emanuela Fasolato e i militari dell'Arma vogliono comprendere se tale terribile ipotesi possa essere confermata con il prosieguo delle indagini.
Per chiarire i dettagli su questa tragedia familiare, sul luogo torneranno sia i Ris che i vigili del fuoco, che avevano prestato i primi soccorsi. Intanto saranno effettuati ulteriori accertamenti, tra cui l'esame autoptico sul cadavere dell'undicenne.
L'uomo aveva maltrattato il figlioletto già in passato
C'è, inoltre, un altro mistero riguardo il caso di Sabbioneta: lo scorso agosto Gianfranco Zani sembra avesse pestato di botte il piccolo Marco. Proprio per questo suo atteggiamento, l'uomo era stato allontanato dalla famiglia. Eppure la Procura di Mantova aveva chiesto un provvedimento più duro nei confronti dell'artigiano 52enne, tuttavia rifiutato dal gup. Una versione, questa, tuttavia smentita da altri inquirenti.
È d'uopo quindi domandarsi: "C'era in qualche modo il sentore di questa tragedia prima che avvenisse? E nel caso, poteva essere evitata?". Molti sono gli elementi che ancora non tornano.
La follia dell'uomo
L'allarme è scattato lo scorso giovedì alle 16:45 quando i vigili del fuoco hanno ricevuto una richiesta di soccorso. Zani, che aveva avuto l'ordine di rimanere ad opportuna distanza dalla sua famiglia, si era presentato in casa. L'uomo sarebbe giunto fin dall'inizio con intenzioni distruttive, in quanto, una volta sul posto, avrebbe immediatamente appiccato il fuoco. Il materasso della camera matrimoniale è stato rinvenuto quasi del tutto bruciato dagli investigatori. Proprio qui sarebbe stato appiccato l'incendio.
Una volta uscito da casa, Zani avrebbe incontrato la moglie che tornava dalla palestra dell'oratorio assieme ad un altro loro figlio. Assieme alla donna c'era il bambino di quattro anni che, secondo le prime ricostruzioni, si pensava fosse all'interno dell'abitazione insieme al fratello maggiore Marco. Ancora invasato, Zani avrebbe speronato l'auto della sua ex, prima di andare via alla guida del suo furgone.