Marito violento, non ammetteva la fine del rapporto coniugale, e come padre era aggressivo e brutale: quest'estate aveva picchiato tutta la famiglia, anche Marco, mandandolo all'ospedale. Quel bambino di 11 anni, ora non c'è più: suo padre, Gianfranco Zani, pittore edile di 52 anni, lo ha condannato a morte giovedì scorso appiccando il fuoco nella casa familiare di Sabbioneta, in provincia di Mantova.
Forse soffocato dal fumo sprigionato dalle fiamme, il bambino ha avuto un arresto cardiaco. Da quella casa Zani, su disposizione del gip di Mantova, doveva tenersi a una distanza di appena cento metri.
Silvia Fojticova, la mamma di Marco e di altri due figli, ora ha un solo grido di dolore: "Ho fatto di tutto per difendere i miei figli, nessuno mi ha aiutata".
Tragedia di Sabbioneta, ultimo colpo di un marito e padre violento
Giusto da qualche giorno, Marco e i suoi fratelli, Alex, di 17 anni e Fabio di 4, erano tornati nel villino familiare. Erano stati in una casa protetta in località segreta. C'erano andati insieme alla mamma originaria della Slovacchia per sottrarsi alla furia del padre dopo l'ennesimo episodio di violenza familiare. A settembre il marito e padre padrone, aveva picchiato Silvia e i loro figli, costringendoli a ricorrere alle cure mediche.
Per i problemi provocati dalle ripetute violenze dell'uomo, la famiglia era seguita dai servizi sociali.
Alla ricerca di una vita normale e per permettere a Marco di frequentare la I media, madre e figli erano tornati a casa. Anche se Silvia da settembre viveva nella paura e non si sentiva troppo rassicurata dal provvedimento del giudice che a Zani vietava solo di avvicinarsi alla famiglia e alla casa, voleva garantire ai propri figli giorni sereni.
L'uomo assetato di vendetta ne ha approfittato subito: per punire la moglie che voleva lasciarlo, è andato in quella casa è ha provocato un incendio, forse dando fuoco al materasso del letto matrimoniale. Sapeva che il figlio Marco dormiva nella sua cameretta? L'ipotesi choc al vaglio degli inquirenti è che la porta che ha impedito la via di fuga al bambino potrebbe essere stata chiusa intenzionalmente dall'esterno dal padre mosso quindi dall'intenzione di uccidere.
La madre, al rientro dell'oratorio dove aveva accompagnato il più grande, ha visto le fiamme. Ha salvato Fabio, il piccolo di quattro anni. Non è riuscita a liberare Marco che all'arrivo dei vigili del fuoco era già esanime.
Ricoverata con i figli superstiti in ospedale, tutti sotto choc, Silvia urla che è stata lasciata sola. Il gip di Mantova aveva respinto la richiesta di una misura più severa fatta dalla Procura di Mantova. Si è trattato di una tragedia annunciata? "Maledetto ba*** spero tu bruci all'inferno", ha scritto Silvia in un post su Facebook. E al figlio ha dato l'addio così: "Eri un angelo e adesso lo sei nel vero senso della parola. La mamma ti porterà sempre nel cuore, amore mio meraviglioso".
Zani, dalla scena muta alla minaccia del suicidio
Gianfranco Zani dal momento della cattura avvenuta giovedì sera dopo che era fuggito e si era rifugiato in un bar di un paese vicino, ha fatto scena muta: non ha voluto spiegare il perché del suo gesto, né chiarire se sapesse mentre appiccava il fuoco che in casa c'erano due dei suoi tre figli. Niente, nessuna parola in merito. E' accusato di omicidio volontario e incendio doloso
E invece ha minacciato di suicidarsi: per questo, dal carcere di Cremona in cui era stato portato, è stato trasferito nel reparto psichiatrico dell'ospedale della città. Ancora non è stata fissata la data dell'interrogatorio da parte del gip. Il sindaco di Sabbioneta, Aldo Vincenzi, ha detto che la situazione della famiglia era conosciuta per via del comportamento molto preoccupante dell'uomo.
Era scattata la decisione di allontanare madre e figli, poi rientrati a casa per volere di Silvia. Nessuno avrebbe mai immaginato un esito del genere.
La preside della scuola dove Marco faceva la prima media ha raccontato che il bambino aveva riferito all'insegnante d'essere stato in ospedale a settembre. Un sospetto c'era. Ora che purtroppo quell'angelo non c'è più, tutto è chiaro.