Un nuovo colpo di scena è emerso dallo sviluppo delle indagini sulla tragica vicenda che ha visto come protagonista l'imprenditore toscano Fredy Pacini che, nella notte dello scorso 28 novembre, ha ammazzato un uomo che stava introducendosi nel suo capannone armato di un grosso piccone insieme ad un complice. Centrato con due colpi sparati da una pistola regolarmente detenuta e denunciata, un uomo di origine moldava è morto a causa delle ferite riportate.

Uno dei due colpi ha reciso l'arteria femorale ed il ladro ha perso la vita in pochissimi minuti a causa della copiosa emorragia provocata dal proiettile.

L'imprenditore era esasperato dai continui furti subiti

Pacini, pur essendo sposato e con due figlie piccole, da tempo dormiva nel capannone della sua azienda per proteggerla dai continui furti subiti negli ultimi anni. Così ha fatto anche la notte tra il 27 ed il 28 novembre scorsi quando, intorno alle 4 del mattino, è stato svegliato da alcuni rumori sospetti. Presa la pistola si è diretto verso l'ingresso, incontrando i due ladri armati di piccone che avevano sfondato un vetro e si erano introdotti nei locali della sua attività, sita nella zona industriale di Monte San Savino, piccolo comune in provincia di Arezzo.

L'uomo ha raccontato di essersi difeso dalla loro aggressione sparando due colpi dalla sua arma, che hanno colpito alla gamba Mircea Vitale, un 29enne di origine moldava.

Fredy Pacini è adesso indagato, ma ci sono sorprese sull'identità del ladro

Mentre la procura fa luce a 360 gradi sull'accaduto, sono emerse importanti novità riguardo la reale identità dell'uomo che ha perso la vita. Mentre inizialmente si pensava fosse incensurato, in realtà si è scoperto che il moldavo si chiama Mircea Vitalie ed era ricercato dalla nostra Polizia. Si è scoperto che non si trattava di un delinquente alle prime armi, ma di un pericoloso latitante che utilizzava i documenti della moglie per evitare l'arresto, a seguito di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Milano.

A carico del ventinovenne risulta infatti una lunga sfilza di precedenti per furto e reati vari contro il patrimonio. Fredy Pacini si era quindi trovato di fronte ad un delinquente professionista e la sua reale identità è stata confermata dal riconoscimento avvenuto da parte di una sorella che vive in Italia e che, appresa la notizia e riconosciuto il volto del fratello, ha contattato i carabinieri contribuendo a svelare la sua vera identità.