Si chiude una vicenda davvero scioccante in Canada, dove Bruce McArthur, un giardiniere di 67 anni, ieri ha confessato di aver ucciso ben otto persone. È stato proprio l'uomo a spiegare di averlo fatto perché le vittime erano omosessuali. A gennaio del 2018 l'uomo era stato arrestato a seguito di alcune indagini della Polizia di Toronto (Ontario) che aveva rilevato una serie di indizi a suo carico.
Già nel 2012, però gli inquirenti avevano lanciato il progetto Houston per indagare sulle sparizioni di tre persone, ovvero Abdulbasir Faizi, Skandaraj Navaratnam e Majeed Kayhan. L'indagine fu chiusa nel 2014, un'altra se ne riaprì nel 2017 per sondare le circostanze in cui scomparvero altre due persone. La Polizia canadese in seguito ha identificato altre sei vittime che lo stesso killer seriale avrebbe fatto fuori. I resti delle persone uccise furono ritrovate in alcuni giardini di proprietà di alcuni clienti per cui l'ex giardiniere lavorava: McArthur, infatti, dopo aver ucciso e smembrato le sue vittime, si sbarazzava dei resti interrandoli.
Le vittime sono state tutte uccise a Toronto
In una breve dichiarazione dei fatti letti ad alta voce durante l'udienza in tribunale, il legale Michael Cantlon ha fornito una panoramica di base di tutti i delitti. Tutte le vittime sono state uccise a Toronto, e i delitti sembra fossero di natura prettamente sessuale. Gli agenti, nel corso della loro attività investigativa, hanno trovato anche gli attrezzi usati dall'omicida durante i suoi misfatti. In un borsone nella sua camera da letto, vi erano infatti del nastro adesivo, un guanto chirurgico, corda, cravatte a zip, un cordino elastico di colore nero e alcune siringhe. Ad incastrare definitivamente il soggetto pluriomicida è stato il DNA delle vittime trovato nel suo furgone.
Indagini lunghe e complesse quindi, che hanno portato ad avere un quadro chiaro, e al tempo stesso sconcertante, su quanto avvenuto per sette lunghi anni in Canada.
Il Detective Dickinson: 'Siamo contenti abbia confessato'
Ieri, fuori dal tribunale, il detective David Dickinson, che è stato l'investigatore principale del caso, ha dichiarato di sentirsi sollevato perché l'uomo finalmente ha confessato la sua colpevolezza. "È stato un processo lungo e traumatico e molti hanno preso la difficile decisione di partecipare di persona oggi. I nostri pensieri sono rivolti alle vittime, ai loro cari e alla comunità nel suo insieme", ha detto ai media locali e nazionali Dickinson. Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco della città canadese, John Tory, il quale ha dichiarato: "Dopo questo caso dico solo che la nostra città merita due cose: giustizia e risposte".