Ucciso perché troppo vivace. Dopo una notte d'interrogatorio, ha confessato Tony Sessoubti Badre, 24 anni, patrigno di Giuseppe, il bambino di sette anni che domenica ha massacrato di botte, colpendolo forse anche con il manico di una scopa (cosa da lui negata), in un appartamento a Cardito, alle porte di Napoli. La "colpa" di Giuseppe, figlio della compagna di Sessoubti, Valentina Caso, 31 anni, come della sorellina Noemi, di 8 anni, anche lei picchiata selvaggiamente e sopravvissuta per miracolo, è stata d'essere bambini "troppo" vispi: giocando, avevano rotto la sponda di un lettino.

Arrestato per omicidio volontario aggravato e tentato omicidio, l'uomo si trova nel carcere di Poggioreale.

Bambino ucciso per futili motivi, la confessione

"Colpevole" di aver spaccato un pezzo d'arredo. Domenica notte negli uffici del commissariato di polizia di Afragola, l'interrogatorio di Tony Sessoubti Badre, di Acerra, nato da papà tunisino e madre italiana, è andato avanti per ore. La bugia che voleva rifilare agli inquirenti non stava in piedi: sosteneva che Giuseppe e la sorellina Noemi fossero caduti per le scale. Racconto incompatibile con la gravità della situazione: Giuseppe, nel primo pomeriggio di domenica, era stato trovato senza vita, accasciato su un divano. Una scena straziante per polizia e soccorritori del 118 che invano hanno tentato di rianimarlo: era già morto, forse da ore.

Sua sorella Noemi è stata ricoverata all'ospedale pediatrico Santobono di Napoli: quando è arrivata aveva il volto tumefatto ed era in condizioni che gli stessi medici hanno definito senza precedenti. Pressato per ore, quando ha capito che la sua situazione si stava aggravando, l'uomo ha confessato ed è emersa la banalità del movente.

I bambini domenica mattina facevano solo il loro "mestiere": giocavano a rincorrersi chiassosamente nel piccolo appartamento di via Marconi 70 a Cardito dove Noemi e Giuseppe, nati da un precedente legame della mamma, abitavano con il fidanzato, convivente da due anni, e l'altra bambina avuta dalla coppia. E oltre a rincorrersi, si sono messi a saltare su un lettino della loro cameretta appena comprato.

Giuseppe ha rotto una sponda in legno: questo il motivo che ha fatto scattare la furia di Sessoubti, che si è avventato sui piccoli.

Davanti al pm Paola Izzo ha sostenuto che aveva acquistato la cameretta con tanti sacrifici e che lui voleva bene a Giuseppe. Ha negato di averlo colpito con una scopa, e sostenuto di aver rotto il manico per rabbia. L'autopsia sul corpo del bambino svelerà la verità. Dopo aver sfogato la sua ferocia non ha chiamato i soccorsi, ma la sorella e la madre che abitano in un paese vicino, Crispano, dove in un primo momento si era andato a rifugiare.

Precedenti atti violenti di Tony Sessoubti Badre

Un testimone, Angelo Lustrino, che conosce l'omicida da quando era bambino, ha raccontato che sabato lo ha visto a Cardito anche con Valentina Caso che portava in un passeggino la bambina di 4 anni.

In quell'occasione, Sessoubti in strada ha preso a calci Giuseppe. Lustrino gli ha detto che avrebbe chiamato i carabinieri, ma poi non l'ha fatto. L'uomo gli avrebbe confessato d'essere esasperato. Vicini di casa hanno riferito di essere intervenuti in occasione di litigi in strada e che Tony picchiava la compagna.

Noemi sta meglio, al vaglio la posizione della madre

Sta meglio la piccola Noemi, che ha avuto il coraggio di raccontare l'accaduto nel reparto di Neurochirurgia dove è ricoverata, così da indirizzare subito gli inquirenti verso il patrigno. Sola in una stanza d'ospedale, non riesce ad aprire bene gli occhi e ha subito un intervento a un orecchio per le botte prese.

Ancora non sa cosa è accaduto al fratellino e per il momento è assistita da un team di psicologi.

Quando starà meglio, probabilmente sarà portatata in una struttura protetta in cui si trova già l'altra sorellina di 4 anni. Sua madre, su disposizione della procura dei Minori di Napoli, non può vederla perché la sua posizione è ancora al vaglio degli inquirenti: in un primo momento aveva detto di non essere presente in casa al momento della tragedia e di non sapere cosa fosse accaduto, solo dopo, ha ammesso che Tony sembrava un "indemoniato" e che avrebbe cercato di fermarlo senza riuscirci.