Il miracolo non c'è stato e mai avrebbe potuto esserci, perché Julen è morto quasi subito dopo la caduta nel pozzo. Lo ha stabilito l'autopsia effettuata ieri, dopo che il corpicino senza vita del bambino era stato recuperato nella notte tra venerdì e sabato nella profondissima cavità in cui era precipitato domenica 13 gennaio nelle campagne di Totalan, nella Spagna meridionale.

Di Julen, trovato con le braccia rivolte verso l'alto, non era mai stato registrato alcun segnale di vita dal momento dell'incidente. Oggi a Malaga si terranno i funerali.

Autopsia: trauma cranico e morte quasi immediata

Come riporta il sito della testata giornalistica spagnola "El Mundo", i primi risultati dell'autopsia sul corpicino del bambino eseguita presso l'istituto di medicina legale di Malaga parlano chiaro: Julen presenta un "trauma cranio-encefalico importante e molteplici traumi compatibili con la caduta". Il piccolo sarebbe morto lo stesso giorno dell'incidente, domenica 13 gennaio, quando, per circostanze ancora da accertare e ora oggetto di un'inchiesta della magistratura, è sprofondato in un pozzo.

Era in un terreno di proprietà di familiari insieme alla mamma Victoria, al papà José, a una cugina, al fidanzato e alla loro figlia. Avrebbero dovuto trascorrere una giornata spensierata facendo un picnic. Il padre stava tagliando della legna, mentre la madre era al telefono per avvisare che non sarebbe andata al lavoro, e aveva chiesto al marito di badare al figlioletto. Purtroppo, però, è bastato un attimo di disattenzione: il bimbo è caduto in una cavità larga appena 25 centimetri, profonda oltre 100 metri che era stata scavata qualche settimana prima per cercare dell'acqua e che probabilmente non era stata coperta, transennata e nemmeno messa in sicurezza.

Secondo il delegato del governo in Andalusia, Rodriguez Gomez de Celis, Julen sarebbe precipitato fulmineamente "in caduta libera" per 71 metri.

Nella caduta, il bambino avrebbe trascinato con sé pietre e detriti che ne avrebbero causato il trauma tranico. Per 13 giorni, oltre 300 uomini hanno lavorato lottando contro il tempo, rimuovendo circa centomila tonnellate di terra e realizzando degli scavi che in circostanze normali avrebbero richiesto diversi mesi. Tutto ciò nella speranza condivisa di poterlo salvare, come si sperò per tre giorni nel 1981 in Italia, quando il piccolo Alfredino cadde in un pozzo a Vermicino. Invece Julen era morto quasi subito.

Funerali di Julen: cordoglio dei Reali di Spagna e della gente comune

I funerali del piccolo di due anni e mezzo, la cui tragica vicenda ha tenuto con il fiato sospeso tutta la Spagna, si terranno oggi al cimitero di El Palo di Malaga dove ieri pomeriggio, al termine dell'autopsia, è stato trasferito il feretro.

La sepoltura è fissata per le 13:30. Provati e straziati i genitori, sui quali si è abbattuto un tragico destino: la coppia ha già perso nel 2017 un figlio, il primogenito Oliver, morto all'improvviso per un attacco cardiaco fulminante mentre la famiglia stava facendo una passeggiata in spiaggia a Malaga.

Ieri, in tutta la Spagna, autorità, forze dell'ordine e cittadini hanno osservato un minuto di silenzio, lo stesso che si è tenuto presso il municipio di Malaga con bandiere a mezz'asta che ha segnato l'inizio dei tre giorni di lutto cittadino. Cordoglio ai genitori è stato espresso dalla famiglia reale che ha anche ringraziato le centinaia di persone che hanno lavorato ininterrottamente e dimostrato solidarietà senza limiti.

"Tutta la Spagna si unisce alla tristezza infinita della famiglia di Julen", ha scritto via Tweet il premier Pedro Sanchez. Condoglianze sono giunte anche dalla Guardia Civil e da persone comuni di ogni provenienza che hanno voluto dare l'addio al piccolo sui social con l'hashtag #JulenDep, ricordandolo anche attraverso messaggi e disegni.