Sta facendo discutere un episodio avvenuto ieri a Formello, alle porte di Roma, dove durante una sfilata di carri allegorici, fenomeno tipico di questi giorni di Carnevale, ha sfilato un fuoristrada che trainava una barca con a bordo alcune persone e che esponeva dei cartelli con su scritto: "vogliamo il wi-fi, "no pago affitto". Per molte persone questo è stato sarcasmo puro nei confronti dell'immigrazione e degli immigrati, e quindi un gesto assolutamente da condannare.

Il sindaco della cittadina, Gianfilippo Santi, ha fatto sapere che in piazza tutti si sono divertiti ed ha spiegato alla stampa il perché di quel carro. Intanto, sui social monta la polemica.

Il sindaco: 'Nessuno si è offeso'

Intervistato dai colleghi del quotidiano Repubblica, Santi ha informato che l'iniziativa non voleva assolutamente offendere nessuno. Anzi, ha spiegato tutto l'esatto contrario di quanto si crede. Come si vede, infatti, il carro allegorico "che non era nemmeno un carro" - commenta il primo cittadino, riportava le parole di un noto rapper italiano Bello Figo, usate come stereotipi soprattutto dalle forze di centro-destra e dalla Lega.

Precisiamo che il sindaco di Formello è un centrista di una lista civica. Lo stesso ha poi ribadito, come su detto, che nessuno ha avuto dei risentimenti in paese per questo carro e che la polemica è solo strumentale, in quanto la cittadina prima era guidata da un'amministrazione di centro-sinistra. Un attacco ad personam in sostanza.

Anche lo scorso anno una polemica simile

Non è la prima volta che Formello viene coinvolta in una polemica simile. Il sindaco ricorda che anche lo scorso anno c'è stata una polemica a proposito di un carro allegorico sul Vesuvio e i napoletani. "No, non penso di dover chiedere scusa a nessuno" conclude il primo cittadino. Di opposta visione è invece Maria Teresa Altorio, presidente della locale sezione di Legambiente, che giudica il tutto con le seguenti parole: "Carro della vergogna".

Per la Altorio è necessario lanciare dei messaggi positivi, che tengano conto dell'inclusione sociale, soprattutto durante questi avvenimenti che uniscono l'Italia da Nord a Sud. Sulla stessa linea è Bruno Astorre, segretario regionale del Pd, che condanna tale "allegoria". Certamente in questi giorni le polemiche su alcuni carri, ma anche vestiti, non sono mancate assolutamente: è il caso ad esempio del bambino napoletano vestito da deportato in un lager nazista. In quell'occasione i genitori hanno dichiarato che l'intento non era quello di offendere nessuno, ma sono stati sommersi ugualmente da un mare di critiche.