E' una vicenda che sta facendo discutere tutta Italia, quella relativa ad un bambino che per Carnevale è stato vestito da deportato in un lager nazista. Secondo quanto riportano i media locali e nazionali, i genitori avrebbero deciso di vestire in questa maniera il piccolo perché assomigliava al protagonista del film "il bambino con il pigiama a righe", celebre pellicola cinematografica che racconto appunto il triste periodo della Shoah. Sicuramente, ne i famigliari, ne l'ignaro bimbo, pensavano di scatenare una polemica, abbastanza dura tra l'altro, nei loro confronti.

Una scelta per molti davvero infelice, che riporta alla mente brutti momenti della storia moderna. La foto del bambino, non è appena è stata pubblicata sui social, è diventata davvero virale. A segnalarla sono stati il consigliere dei Verdi Campania, Francesco Borrelli, e lo speaker radiofonico, Gianni Simioli.

Borrelli e Simioli: 'Una scelta di cattivo'

Per Borrelli e Simioli la scelta di vestire in questa maniera il bimbo è davvero infelice. "Possiamo affermare senza ombra di dubbio che vince il premio come peggior maschera" - dichiarano i due. Chiaramente, specifica chi ha segnalato la foto, il bambino in tutto questo non ha nessuna colpa. Secondo quanto riportato dalla testata giornalistica on-line, Fan Page, che cita le dichiarazioni di Simioli e Borrelli, queste persone hanno affrontato con leggerezza la questione.

Vestire infatti in questa maniera una piccola creatura, oltre a riportare alla mente degli episodi davvero orribili in un momento di festa, non tiene conto del dramma che i deportati hanno dovuto subire durante la Seconda Guerra Mondiale. La replica della patria potestà non si è fatta attendere, in ispecie della mamma, che ha chiarito la posizione dei famigliari.

La madre: 'Qui nessuno ha voluto offendere o mancare di rispetto'

In un suo post giunto a mezzo social, la madre del bimbo ha comunicato la sua versione dei fatti, giustificando la scelta di vestire in quella maniera il bambino. La donna ha quindi dichiarato che il vestito non voleva offendere nessuno, ne mancare di rispetto alle vittime della Shoah.

E' stato soltanto un modo per fare una "caricatura" (si legge così nel post pubblicato). La frase poi continua in dialetto, e qui la donna, in sintesi, dice che ogni tanto una risata si può anche fare e che è inutile "stare sempre a puntualizzare". Il posto si chiude con un hashtag dal titolo #Ilbambinoconilpigiamaarighe, e con la frase "Hai vinto tu amore a mamma".