La telecamera di sicurezza numero 50 ha ripreso la fuga dell’assassino di Stefano Leo ed anche gli ultimi istanti di vita del 33enne commesso. Il Corriere della Sera racconta quelle scene, immortalate sabato 23 febbraio a Torino, poco dopo che un uomo rimasto ignoto aveva ferito mortalmente il giovane, con un unico colpo alla carotide.

L’aggressione era appena avvenuta, a pochi metri di distanza, sul lungo Po Machiavelli. Nel filmato per dieci secondi si vede l’assassino scappare dalla zona dei Murazzi: purtroppo le riprese a colori non sono nitide, per l’eccessiva luminosità, che rende impossibile riconoscere il volto del fuggitivo.

Tuttavia l’inchiesta coordinata dai pm Enzo Bucarelli e Ciro Santoriello è partita proprio dall’esame di quelle poche sequenze per tracciare un identikit dell’omicida e chiarire meglio cosa sia successo.

Le immagini dell’assassino di Stefano Leo

Infatti le immagini consentono di capire molte cose sull’uomo che ha ucciso Stefano Leo, a partire dalla freddezza con cui si allontana dal luogo del delitto. Inizialmente si muove con un passo deciso, poi accelera e inizia a correre in progressione, sempre più veloce, con un’andatura atletica ed elegante che ha colpito molto gli inquirenti.

Lo si vede incrociare un operatore ecologico che, rintracciato dai poliziotti, spiegherà di non aver notato il volto di quella figura che gli veniva incontro.

Dal filmato si può dedurre che l’assassino sia longilineo ed alto circa un metro e 75 centimetri. Ha i capelli scuri: potrebbero essere lunghi, portati con una coda, ma sono nascosti dal cappuccio della felpa, tirato su a coprire parte della testa.

Veste in modo sportivo, con i pantaloni di una tuta da ginnastica che sembrano chiari.

Porta con sé una borsa di tela di colore chiaro, stretta nella mano destra, che, secondo gli inquirenti contiene l’arma del delitto ed un altro oggetto più pesante. Al centro di questa sacca si nota un grande logo, scuro e tondeggiante, forse di un supermercato.

I dubbi degli inquirenti sulla premeditazione dell’omicidio

La presenza della borsa, che sembra molto ingombrante, farebbe pensare che non si sia trattato di un delitto premeditato.

Così come appare strano che quel giorno il killer abbia discusso con almeno altre tre persone – una coppia ed un giovane che portava a spasso il cane – prima di colpire Stefano.

Eppure resta la freddezza con cui l’uomo misterioso ha atteso a lungo la sua vittima, per poi sferrare quel fendente preciso, che rivela un’inconsueta abilità nell’usare armi bianche. Il colpo era diretto alla carotide e alle corde vocali per impedire al giovane di urlare.

Infatti la telecamera ha ripreso anche il povero Stefano, ferito a morte, che era riuscito a salire le scale e trascinarsi al centro della strada per tentare di chiedere aiuto, pur non potendo più parlare. Alla fine si era accasciato, tra le macchine che gli sfrecciavano accanto, evitandolo senza però fermarsi, con un’impressionante indifferenza.

Poche ore fa si è appreso che la procura di Torino ha aperto un nuovo fascicolo contro ignoti, per la fuga di notizie relativa ai contenuti del video con le immagini dell’omicida.