Notte d'inferno a Mirandola (centro in provincia di Modena). Uno spaventoso incendio è divampato nella sede della polizia locale e si è propagato ai piani superiori (dove risiedono, in diversi appartamenti, 21 persone). Il bilancio è tragico: due morti e numerosi intossicati. Per il rogo, di origine dolosa, è stato fermato un giovane di origine marocchina.

Il ministro degli Interni Matteo Salvini, appresa la notizia, ha dichiarato sui social: 'A CASA tutti!'

L'incendio nella notte

Secondo le prime ricostruzioni, poco dopo le due di notte, il giovane marocchino si sarebbe introdotto forzando l'ingresso, nella sede della Polizia Municipale, in via Roma e avrebbe appiccato l'incendio. Per via dei numerosi documenti cartacei presenti negli uffici, le fiamme, accompagnate da un denso fumo nero, si sono sviluppate rapidamente e si sono propagate anche ai piani superiori, dove dormivano diverse famiglie.

Sul posto sono intervenuti subito i vigili del fuoco, diverse ambulanze, un'automedica e persino un elicottero, ma per Marta Goldoni, ultraottantenne con difficoltà di deambulazione, e per la sua badante Yaroslava Kryvoruchko non c'è stato nulla da fare: sono morte soffocate.

Il marito dell'anziana, invece, è stata trasportato in condizioni critiche presso l'ospedale di Vaio Fidenza, dove è stato subito trasferito in camera iperbarica. Un'altra persona è stata ricoverata all'ospedale di Ravenna in codice rosso, mentre gli atri inquilini del palazzo sono rimasti intossicati e sono sotto osservazione presso gli ospedali di Fidenza, Mirandola e Carpi. Nessuno di loro, secondo un primo bollettino medico, sarebbe in pericolo di vita.

L'ira di Matteo Salvini

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti il rogo è di origine dolosa. Nelle scorse ore, un giovane di origine nordafricana è stato fermato, non lontano dalla palazzina data alle fiamme. Il ragazzo, portato in caserma a Carpi, sarebbe stato in possesso di un accendino e di un berretto da vigile (che avrebbe rubato proprio negli uffici).

Ancora non è chiaro cosa abbia spinto il ragazzo ad appiccare il fuoco e per il momento non si esclude neppure il movente della vendetta o della ritorsione, magari per un provvedimento emesso dagli stessi agenti nei suoi confronti.

Il ministro dell'Interno Matteo Salvini, nelle scorse ore, ha voluto commentare la tragedia di Mirandola con un post su Facebook. Il leader del Carroccio, dopo aver manifestato vicinanza alle vittime ed alle loro famiglie ha commentato, duro: "Altro che aprire i porti!". Poi, ha ribadito che non solo nel nostro Paese, ma in tutta Europa è necessario azzerare l'immigrazione clandestina: "E' un dovere morale" ha precisato.