Dopo un operaio edile adesso è la volta di un pasticcere. Si tratta di soggetti che le Forze dell’ordine hanno beccato a lavorare in nero, cioè senza contratto. In entrambi i casi, lavoro nero con una aggravante, perché in entrambi i casi la famiglia del lavoratore fantasma per il fisco, aveva richiesto ed ottenuto il reddito di cittadinanza. Anche in questo caso il fatto è avvenuto in Sicilia ed anche in questo caso è venuto fuori non da controlli mirati sulla famiglia che ha richiesto il reddito di cittadinanza, ma durante i classici controlli nei cantieri piuttosto che nelle attività commerciali da parte dei Carabinieri o della Guardia di Finanza.

Continuano quindi ad emergere le criticità del reddito di cittadinanza, che è partito da aprile ma che deve ancora completare la fase di assestamento che porterà i beneficiari a dover adempiere a tutti gli obblighi che la misura comporta, cioè la partecipazione ai corsi di formazione che gli Uffici di Collocamento avvieranno per loro, i lavori socialmente utili e l’obbligo di rispondere positivamente ad eventuali offerte di lavoro. I cosiddetti furbetti del reddito di cittadinanza continuano a riempire le pagine di cronaca. Stavolta a Palermo è emerso che una famiglia a cui l’Inps ha già erogato la prima ricarica da 1.050 euro, aveva al suo interno il capofamiglia, cioè il marito della richiedente il reddito di cittadinanza che lavorava in nero in un Bar, con le mansioni di pasticcere.

Ispettorato del lavoro e Carabinieri in azione

Il caso in questione è stato stanato dai Carabinieri di Acqua dei Corsari, in collaborazione con l’Ispettorato del lavoro. I colpevoli sono due giovani coniugi di Palermo, con l’uomo, di 35 anni di età che lavorava come pasticcere in un Bar. La donna invece, di 30 anni di età, era la beneficiaria del reddito di cittadinanza, tanto è vero che la card gialla ricevuta ad aprile aveva al suo interno la prima erogazione di danaro pari a 1.050 euro.

L’uomo è stato sorpreso dai Carabinieri in un bar del quartiere Oreto mentre era intento a svolgere la mansione di pasticcere.

Multe e sanzioni pesanti

L’evento è scaturito a seguito dei controlli delle Forze dell’Ordine non al pasticcere in nero, ma al bar dove esso svolgeva attività. Il controllo dei dati, cosa ormai abbastanza semplice anche perle Forze dell’ordine ha collegato subito l’uomo all’elenco delle famiglie beneficiarie del reddito di cittadinanza.

In Sicilia è già il secondo caso in pochi giorni di lavoro sommerso collegato alla misura di contrasto alla povertà tanto cara al Movimento 5 Stelle. Dopo il caso delle Madonie, con un’altra coppia beccata in una situazione simile (in quel caso però la signora aveva solo prodotto domanda all’Inps con relativa accettazione, ma senza incassare ancora nulla), con il marito a lavorare in nero in un cantiere edile, un altro caso di indebita percezione del reddito di cittadinanza è fuoriuscito in Sicilia. Quella volta fu un controllo sulla sicurezza sul lavoro in cantiere a far emergere tutto, con l’imprenditore edile condannato anche a pagare multe e sanzioni per irregolarità in materia sicurezza.

Stavolta, oltre a quanto mosso nei confronti di datore di lavoro ed operaio tra lavoro nero e indebita fruizione del Rdc, nel bar sono stati trovati altri tre operai senza contratto (però senza strascichi da reddito di cittadinanza) e nel laboratorio sono emerse irregolarità in materia detenzione e lavorazione degli alimenti che erano conservati in cattivo stato con serie anomalie igienico-sanitarie. Il bar è stato posto sotto sequestro, con ammende da 2.000 euro mentre per le problematiche da lavoro nero sanzioni totali da 112.000 euro, nonché il sequestro della card gialla del reddito di cittadinanza della moglie del pasticcere.