E' rientrata la rivolta nel carcere di Rieti che ha visto contrapposti detenuti di nazionalità italiana e di nazionalità nigeriana. Disposti 19 trasferimenti dall’istituto penitenziario. Sette nigeriani, in particolare, sono stati trasferite ad altro istituto già ieri sera, mentre 12 italiani verranno trasferiti nella giornata di oggi. A denunciare la grave situazione che si è venuta a creare nel carcere è stato, a fatti ancora in corso, Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria - SAPPE. Ha parlato di una tensione crescente tra i detenuti italiani della sezione G3 che cercavano il contatto fisico con i detenuti nigeriani.
Un detenuto italiano, a seguito del pestaggio subito, è stato ricoverato in ospedale. Richiamati per domare la rivolta anche agenti fuori servizio. Per il sindacalista Capece si è trattato, ancora una vota, di “una situazione gravissima”. A volte, come è avvenuto a dicembre a Lucca, sono le condizioni carcerarie a sfociare in rivolta.
Carceri e stranieri
Ancora una volta il Sappe si appella al ministro Guardasigilli chiedendo di essere ascoltato per un confronto sulla difficile situazione dei penitenziari italiani. Sotto osservazione in particolare, da parte del sindacato della polizia penitenziaria, l’aumento crescente dei detenuti di nazionalità straniera oggi divenuti oltre 20mila. Erano il 15 per cento della popolazione carceraria negli anni Novanta.
Per il Sappe una soluzione, a fronte delle espulsioni definite da Capece “impercettibili”, arriverebbe dal far scontare la pena nei Paesi d’origine, quale maggiore deterrente per i cittadini di nazionalità straniera che compiono reati in Italia.
Carceri e ruolo della polizia penitenziaria
L’episodio di Rieti è solo l’ultima delle criticità registrate.
I dati del 2018, con un numero di detenuti inferiore di 60.400 presenze rispetto ad oggi, indicano 7.784 colluttazioni, 1.159 ferimenti, 91 evasioni delle quali otto di detenute, 10.423 atti di autolesionismo, 61 suicidi, 1.198 suicidi sventati. Tra le evasioni del 2019 si registrano quelle di due ragazzi dal carcere minorile di Nisida di qualche giorno fa.
Per il sindacato ci sono questioni riguardanti l’organico, la chiusura di carceri e Provveditorati regionali dell’amministrazione penitenziaria. Capece, inoltre, punta il dito contro il depotenziamento del Corpo. “Vorremmo incontrare il ministro Guardasigilli – sottolinea Capece - affinché adotti immediatamente misure che pongano fine al persistente depotenziamento della Polizia Penitenziaria dal ruolo di Corpo di Polizia dello Stato”.