Stefano Marinoni, idraulico 22enne di Baranzate di Bollate (Milano), è stato ritrovato morto nelle campagne tra Arese e Mazzo di Rho. Il suo caso, però, non può ancora considerarsi chiuso. Troppe cose, infatti, non convincono gli inquirenti. Le fratture, considerate anomale e sospette, potrebbero essere compatibili sia con una caduta dall'alto che con un'aggressione. I genitori sconvolti, non vogliono credere che il loro ragazzo si sia suicidato senza nemmeno lasciare due righe di spiegazione.

Si indaga su tutte le piste

Stefano Marinoni è stato ritrovato senza vita, nella tarda mattinata di venerdì 12 luglio, sotto un traliccio dell’alta tensione in un campo abbandonato tra i comuni di Arese e Mazzo di Rho.

Il corpo del giovane idraulico era già in avanzato stato di decomposizione (per via delle alte temperature registrate nei giorni scorsi), ma il medico legale è comunque riuscito ad accertare una frattura ossea all'altezza dello sterno. Una ferita che, come riportato dagli inquirenti, sta sollevando più di una perplessità in quanto può essere compatibile sia con una caduta dall'alto che con un'aggressione.

Stefano potrebbe essersi arrampicato sul traliccio dell'alta tensione e poi essersi lasciato cadere nel vuoto, ma non è escluso che invece possa essere stato colpito da un pesante corpo contundente (come una delle grosse pietre presenti nel campo). Solo l'autopsia, che verrà eseguita nei prossimi giorni, fornirà ulteriori elementi utili per le indagini.

La macchina di Stefano, una Smart bianca con tettuccio nero acquistata da poco, è stata rinvenuta in un parcheggio di via don Enrico Cantù ad Arese (a circa 300 metri dal campo). L'auto era chiusa e, al suo interno, sotto un sedile, gli investigatori hanno rinvenuto il cellulare del ragazzo.

I tanti punti oscuri

La scomparsa e la morte di Stefano Marinoni, ad oggi, sono ancora avvolti nel mistero più fitto.

Il giovane era uscito dalla sua abitazione di via Nazario Sauro in tutta fretta giovedì 4 luglio intorno alle 19.15: "Vado a Novate Milanese, torno per cena" aveva detto alla madre. E, invece, per 8 lunghi giorni, prima che il suo corpo venisse trovato nelle campagne (a 7 km da casa), nessuno ha saputo più nulla di lui.

Il ragazzo, da poco assunto da una ditta di Caronno Petrusella, però - secondo gli inquirenti -, quel giovedì sera non è mai arrivato a Novate e, a dispetto di quanto raccontato ai genitori, non aveva appuntamento con gli amici. E, per chi conosceva Stefano, questa è già di per sé una cosa molto strana. Il giovane, infatti, era molto responsabile e preciso: quando ritardava, avvertiva sempre.

Figlio di un'insegnante e di un dirigente d'azienda in pensione da poco, Stefano, conduceva una vita semplice, tranquilla e senza ombre: nessuna brutta compagnia, usciva nei fine settimana con gli amici di sempre, frequentava l'oratorio e la Parrocchia e, ogni tanto, con il Cai faceva delle passeggiate in montagna.

I genitori, le sorelle e gli amici di Stefano non riescono a credere che si possa essere suicidato: non ne aveva alcun motivo, sostengono. Gli inquirenti, che al momento non hanno rinvenuto alcun biglietto d'addio, sono in attesa dell'esito dell'autopsia e stanno proseguendo le indagini, senza scartare alcuna ipotesi. I Carabinieri di Rho e la Polizia locale di Arese, in queste ore, stanno visionando i filmati delle telecamere di sicurezza della zona.