Ennesima operazione delle Forze dell'Ordine in Sicilia che fanno emergere un nuovo caso di fruizione illegittima del reddito di cittadinanza. Stavolta è Catania la città interessata dove una famiglia percepiva il sussidio nonostante sia marito che moglie avevano un salone da parrucchiere aperto, sia pure abusivo e quindi in nero. I controlli del reddito di cittadinanza, che evidentemente funzionano, hanno portato alla luce questo caso che però si protraeva da anni visto che la stessa famiglia risultava aver fruito anche della misura di contrasto alla povertà precedente il reddito di cittadinanza, cioè il Rei.
Per anni quindi la coppia di coniugi ha frodato lo Stato, percependo aiuti per i disagiati ma continuando a svolgere la loro attività di parrucchieri in maniera abusiva.
Furbetti del reddito di cittadinanza
Visto che era andata bene con il reddito di inclusione perché non riprovarci anche con il reddito di cittadinanza? Probabilmente questo si sono detti i due coniugi che hanno presentato domanda di reddito di cittadinanza come tutte le altre famiglie in seria difficoltà economica. Infatti come successe per il Rei, anche con il reddito di cittadinanza l'operazione è andata a buon fine essendo la coppia negli elenchi Inps siciliani delle persone rientrate nel progetto reddito di cittadinanza.
La coppia però è conosciutissima per l'attività che svolge, cioè per il salone da parrucchieri che hanno in nero. Evidentemente per il reddito di cittadinanza i controlli sono più severi come previsto dalla normativa applicata alla misura di contrasto alla povertà. Infatti, la Polizia del Commissariato locale ha controllato l'attività rilevando contestazioni varie che vanno dall'esercizio abusivo dell'attività di parrucchiere alla fruizione indebita del reddito di cittadinanza, che porta all'accusa di truffa allo Stato. Per di più nel salone sono state scoperte altre illegalità, questa volta dal punto di vista dello sfruttamento del lavoro. Infatti l'attività aveva due dipendenti oltre ai due coniugi.
Il primo percepiva un salario orario di un euro ad ora, naturalmente non contrattualizzato e per una giornata lavorativa di oltre 10 ore. Il secondo invece minorenne non veniva nemmeno retribuito se non con un pasto al giorno.
Una situazione di illegalità
Ciò che è emerso dai controlli della Polizia in questo negozio a Catania, nel quartiere periferico di Librino è sconcertante anche e soprattutto per la durata della illegalità di tutta la vicenda. Gli agenti si sono presentati per un controllo nel locale sede dell'attività in viale Bummacaro, e hanno scoperto due dipendenti in nero e soprattutto, un'attività di parrucchiere completamente abusiva. Un'attività molto redditizia e parecchio frequentata secondo i commenti dei vicini e come dimostra il fatto che anche durante l'operazione di controllo della Polizia, nel salone c'erano diversi clienti.
Adesso i due, che sono stati denunciati a piede libero per truffa ai danni dello Stato, potrebbero essere chiamati a restituire tutti i soldi indebitamente percepiti non solo del reddito di cittadinanza, ma anche del Rei, oltre naturalmente a multe, sanzioni ed ammende per l'abusività della loro attività e per lo sfruttamento dei dipendenti.