Continuano ancora le indagini sulla tragica uccisione del carabiniere Mario Cerciello Rega, avvenuta a Roma per mano dei due statunitensi Elder Lee Finnegan e Christian Gabriel Natale Hjorth. Molti sono i punti da chiarire. Secondo ciò che è emerso, i due giovani ricercavano droga nei pressi di Trastevere. Tuttavia si sarebbero accorti solo dopo che la sostanza acquistata era semplice aspirina.

Così hanno derubato il pusher della sua borsa, contenente il suo cellulare, grazie al quale si sono accordati per la restituzione dell'oggetto. Lo spacciatore ha quindi avvertito il 112 e due carabinieri sono giunti in Via Pietro Cossa, nel quartiere Prati, dove Mario Cerciello Rega è stato assassinato con 11 coltellate, nel luogo in cui i due americani avrebbero dovuto restituire il telefono al pusher.

L'intervento dei Carabinieri in conferenza stampa

Il drammatico evento è stato oggetto della conferenza stampa dei vertici dell'Arma dei Carabinieri, tenutasi a Roma oggi. I carabinieri presenti hanno confermato che Mario Cerciello Rega, vittima del tragico episodio, non aveva con sé la pistola, ritrovata riposta nel suo armadietto.

Il comandante provinciale dei Carabinieri di Roma Gargaro ha affermato che mai i due uomini dell'Arma dei Carabinieri avrebbero potuto immaginare di essere aggrediti in maniera così violenta. Poi ha continuato, comunicando dove l'arma dell'agente è stata ritrovata, ignorandone il motivo. Sempre secondo quanto espresso da Francesco Gargaro, Varriale, il secondo carabiniere, aveva con sé la propria arma di ordinanza, successivamente esaminata. L'intervento del comandante Gargaro si è poi spostato sugli indagati, inizialmente definiti maghrebini dal pusher derubato dello zaino, che non aveva intenzione di essere collegato al caso in questione. A causa della rapidità e della violenza dell'assalto, non è stata possibile una tempestiva reazione da parte dei due carabinieri.

Inoltre sarebbe stato un reato grave sparare a un aggressore in fuga.

Il procuratore aggiunto di Roma Michele Prestipino ha assicurato che i due giovani americani sono stati interrogati dai magistrati nel rispetto della legge e ha garantito che si agirà con rigore "per individuare tutte le responsabilità" riguardo le foto che mostrano uno degli indagati bendato.

Il comandante provinciale Gargaro: 'Eseguita procedura regolare'

Il comandante provinciale dei carabinieri Francesco Gargaro ha dichiarato regolare la procedura che è stata effettuata dai due carabinieri, essendo stato interrogato sulla possibile presenza di alcuni errori nell'intervento. Vista la consuetudinaria situazione, le vittime dell'assalto non avrebbero potuto aspettarsi che i giovani possedessero un coltello da 18 centimetri fatale per uno dei due, è stato poi ribadito. Il procuratore aggiunto di Roma Michele Prestipino ha comunicato che ci sono punti oscuri nella vicenda e che si dovrà indagare ulteriormente per ricostruire l'accaduto in maniera dettagliata.