Il 3 settembre del 1982 il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa veniva ucciso in un agguato da Cosa Nostra, e da quel momento per i figli è iniziata una vita non semplice, fatta di sofferenza e ricordi dolorosi da sopportare anche col passare del tempo. La II sezione della Corte d'appello di Milano ha ribaltato la sentenza di primo grado del 2018, che aveva deciso che i figli del generale non avevano diritto ad alcun risarcimento.

Lo Stato dovrà risarcire 400mila euro a testa ai figli

Nel 1999 è stato istituito il "Fondo di rotazione per la solidarietà delle vittime dei reati di tipo mafioso", fondo gestito dal ministero dell'Interno. Quest'ultimo aveva negato il diritto di risarcimento ai figli del generale Dalla Chiesa, in quanto erano stati oltrepassati i dieci anni utili per intentare la causa civile inerente al possibile risarcimento.

Oltre a questo a risarcire la famiglia avrebbe dovuto essere il boss Calogero Ciangi, in quanto condannato nel maggio 2006 per la strage di via Carini, ma quest'ultimo è risultato nullatenente, e dunque, i figli della vittima non riuscirono ad ottenere alcun risarcimento.

Con questa nuova sentenza sono arrivati nuovi sviluppi e Nando, Rita e Simona avranno diritto a 400mila euro a testa, in quanto in età giovane hanno subito sofferenze gravi per la perdita del genitore, punto fermo delle istituzioni e punto di riferimento della famiglia stessa in ambito sociale e non.

Una sentenza che non finisce qui e che recita così: "I figli hanno dovuto affrontare la distruzione di vita che si basava sull'affettività e sulla condivisione dei rapporti stessi, che furono sostituite da vicende mediatiche devastanti per la crescita dei familiari". La sentenza dice anche che i figli hanno diritto al massimo risarcimento in quanto per identificare i colpevoli ci è voluto un arco di tempo molto ampio, con annessa tensione e pressione emotiva che è durata troppo tempo.

I giudici civili milanesi hanno specificato come in questo caso non sussista alcun impedimento per i figli, visto e considerato che non c'è stata alcuna prescrizione, in quanto in precedenza non c'erano i requisiti per poter accedere direttamente al 'Fondo di rotazione e solidarietà', dunque, lo Stato dovrà adeguarsi ai propri doveri e riconosce alla famiglia ciò che spetta dopo le tante sofferenze passate e presenti.

Nel 2003 Giuseppe Lucchesi fu condannato per concorso in omicidio

Per trovare giustizia la famiglia Dalla Chiesa ha dovuto attendere tantissimi anni, visto che per l'omicidio del generale avvenuto nel 1982 le condanne avvennero nel 2003 e nel 2006, dopo oltre venti anni dall'agguato.

Nel 2003 per concorso in omicidio fu condannato Giuseppe Lucchesi, che nel 2006 diventò un collaboratore di giustizia che aiutò la magistratura a ricostruire l'accaduto, con la condanna definitiva nel maggio del 2006 dell'altro responsabile, vale a dire Raffaele Ganci.

Ricordiamo che in quel 3 settembre 1982 oltre a Carlo Alberto Dalla Chiesa persero la vita la moglie Emanuela Setti Carraro, oltre all'agente di scorta Domenico Russo, tutti e tre vittime di un terribile agguato che ancora oggi viene ricordato con tanto dolore.