Nella giornata di ieri, 29 novembre, il tecnico del Bologna Sinisa Mihajlovic è tornato in conferenza stampa dopo un lungo periodo di assenza dai microfoni, a causa della leucemia che lo ha costretto dallo scorso 13 luglio a cure molto pesanti, con tanto di trapianto di midollo lo scorso 29 ottobre.
Il tecnico serbo si è commosso parlando della malattia e della sua famiglia, che lo ha sostenuto in tutto e per tutto, aiutandolo a non mollare in questo periodo travagliato.
Sinisa Mihajlovic ringrazia anche Roberto Mancini
Sinisa Mihajlovic è nato a Vukovar il 20 febbraio del 1969: è conosciuto ai tifosi italiani per il suo carattere forte e alle volte discutibile, ma negli ultimi mesi è salito alla ribalta per la sua battaglia contro la leucemia, emersa dopo un controllo effettuato la scorsa estate.
Da quel momento è iniziato per lui un percorso di vita nuovo e inaspettato, che ha portato negli stadi tanti striscioni in suo sostegno, a dimostrazione che in questi casi la solidarietà prende il sopravvento sul tifo.
In questi mesi ha seguito il suo Bologna dall'ospedale e ha sofferto molto, anche se in due occasioni è riuscito a sedersi in panchina per seguire da vicino i suoi ragazzi. Alle 11 di ieri ha convocato un conferenza stampa per aggiornare tutti sulle sue condizioni e in particolare per ringraziare i medici che lo hanno curato con tanto affetto. Peraltro, come dichiarato dallo stesso tecnico, non è stato per loro facile sopportante uno con il suo carattere.
L'allenatore serbo ha parlato anche di calcio e dei prossimi eventi, rivelando alcuni aneddoti: "Se dovessero premiarmi per la Panchina d'Oro lo accetterei solo per ciò che ho fatto con il Bologna la passata stagione e non per la mia malattia, altrimenti sarebbe un premio senza alcun senso.
Vorrei ringraziare Roberto Mancini che in questo periodo mi è stato molto vicino, da quattro anni non parlavo con lui e fortunatamente abbiamo recuperato il nostro rapporto. La malattia mi ha aiutato a recuperare il rapporto con persone che non sentivo da tempo".
Alla domanda su come è cambiato in questo periodo ha risposto sibillino: "Mi sono ripromesso che non devo più arrabbiarmi come prima, ora ho più pazienza, anche se non posso promettere che non mi arrabbierò più".
Una risposta che mette in evidenza come il Sinisa guerriero sia ancora presente, anche se la sofferenza lo ha reso un uomo più pacato e tranquillo.
La dedica più bella è stata per la moglie e per i figli: "Mia moglie è stata sempre con me, tutti i giorni. Sapevo di essere un uomo fortunato stando accanto a lei, è l'unica persona che ha più attributi di me.
La amo. Ringrazio i miei figli, quando c'era da trovare un donatore hanno accettato di sottoporsi all'esame. E' stata un grande dimostrazione d'amore che non dimenticherò mai, loro sono la mia vita. Grazie anche a mia mamma e mio fratello".
L'ex tecnico della Fiorentina ha sottolineato: "Non mi sono mai sentito un eroe, solo un uomo forte, con carattere, ma sempre un uomo con tutte le sue fragilità". Poi ha aggiunto di essere molto legato alla vita, ricordando a chi soffre che in questi casi occorre vivere giorno per giorno.
Sinisa è arrabbiato per la situazione di classifica del suo Bologna
Dopo un ottimo inizio di stagione il Bologna nelle ultime settimane ha deluso ed è stato risucchiato nella zona calda della classifica, una situazione che non piace al tecnico, che non le ha mandate a dire ai propri ragazzi: "La gara contro il Parma non mi è piaciuta per niente, i calciatori da questo momento devono dare il 200%, altrimenti saranno ca..i amari per loro". La voglia di rivalsa del condottiero serbo è quindi evidente: dopo mesi passati in ospedale ora vuole tornare protagonista più che mai a suon di risultati in campo.