Rimane alta la tensione in Israele dopo il lancio di altri cinque missili da parte della Jihad Islamica Palestinese, che ha così violato la fragile tregua negoziata poche ore prima. Non si segnalano feriti. L'IDF (Israel Defense Forces, ndr) riferisce che nelle ultime 48 ore sono stati lanciati più di 450 razzi verso Israele, di cui il 90% intercettato e distrutto dal sistema di difesa anti-missilistico Iron Dome.

Inoltre l'IDF fa sapere di avere ucciso 25 militanti della Jihad Islamica Palestinese per mezzo di raid aerei.

L'escalation dopo l'uccisione di Baha Abu al-Ata

Il lancio di razzi è iniziato in seguito all'uccisione di Baha Abu al-Ata, il comandante delle Jihad Islamica assassinato da Israele all'alba di martedì nella Striscia di Gaza. Come comandante del ramo settentrionale dell'ala militare della Jihad islamica nella Striscia, Abu al-Ata sarebbe stato responsabile di diversi lanci di missili verso Israele, dall'escalation di maggio sino a lanci più limitati in settembre. Per questo era ritenuto dalle autorità israeliane una delle persone più pericolose nella Striscia ed era finito all'attenzione delle forze di sicurezza israeliane.

Fino all'alba di martedì, quando un missile dell'aviazione israeliana ha centrato la sua abitazione nella Striscia, uccidendolo insieme a sua moglie.

All'uccisione è seguita la risposta della Jihad Islamica con il lancio di centinaia di missili verso Israele, con le sirene d'allarme che hanno suonato a lungo in diverse città israeliane. L'IDF ha risposto con raid aerei che hanno colpito diverse postazioni di lancio dei razzi, uccidendo i militanti della Jihad palestinese impegnati nel lancio. Questa mattina il portavoce della Jihad Islamica, Musab al-Buraim, ha annunciato una tregua in seguito all'accettazione da parte israeliana di tutte le loro richieste. Tuttavia, il governo israeliano non ha confermato ufficialmente.

Solo il Ministro degli esteri, Israel Katz, in un intervento radiofonico alla Army Radio ha affermato che "alla quiete seguirà la quiete".

IDF lavora per limitare i danni collaterali

I vertici dell'IDF si aspettano che la Jihad Islamica possa continuare i lanci per giorni, ritenendo che abbia diverse migliaia di missili nel proprio arsenale. Inoltre, fanno sapere che Hamas non si è unito ai lanci e nessuna postazione o sede di Hamas è stata colpita negli ultimi raid aerei. L'IDF starebbe limitando i danni collaterali al massimo per evitare che i miliziani di Hamas siano costretti ad entrare nel conflitto, causando una escalation delle tensioni.

In queste ore anche l'Egitto e le Nazione Unite si stanno adoperando per prevenire qualsiasi escalation a Gaza e scongiurare il rischio di una nuova sanguinosa guerra.