Dettagli agghiaccianti emergono sul delitto di Bedizzole, vicino Brescia. Dopo aver ucciso la 39enne Francesca Fantoni, l'assassino sarebbe andato, come se nulla fosse, al solito bar. La giovane donna è stata trovata senza vita ieri mattina in un parco cittadino in provincia di Brescia. Le indagini serrate dei carabinieri hanno "chiuso il cerchio" intorno ad Andrea P., 32enne, anch'egli residente a Bedizzole.

A casa dell'uomo, attualmente in carcere, sono stati rinvenuti indumenti sporchi di sangue.

Il ritrovamento del corpo in un parco di Bedizzole

Poco prima delle 8 di ieri mattina, lunedì 27 gennaio, un carabiniere, impegnato nelle ricerche di Francesca Fantoni, ha trovato, dietro un cespuglio del parco dei Bersaglieri (in via Aldo Moro) a Bedizzole, il corpo ormai senza vita della 39enne. I primi rilievi effettuati dal reparto investigazioni scientifiche e dal medico legale hanno subito fatto pensare ad un crudele omicidio: Francesca sarebbe stata uccisa a mani nude, picchiata e forse anche strangolata.

Le ferite rilevate, infatti, escluderebbero l'utilizzo di un corpo contundente, ma risposte più precise arriveranno nei prossimi giorni, dopo l'autopsia disposta dal sostituto procuratore di Brescia Marzia Aliatis.

Le indagini degli inquirenti, fin dalle prime ore, si sono concentrate su di un giardiniere di Bedizzole, Andrea P., già noto alle forze dell'ordine per piccoli reati. Ieri l'uomo è stato ascoltato per più di 13 ore, prima come semplice persona informata sui fatti, poi come indagato. In un primo momento, si era diffusa la notizia che il 32enne, da poco diventato papà, avesse confessato, ma in realtà l'uomo, tradotto in carcere, si ostina a non collaborare.

Il killer di Bedizzole al bar dopo il delitto

Gli investigatori, come confermato da Massimo Cicale, comandante della Compagnia dei Carabinieri di Desenzano del Garda, hanno trovato nell'abitazione di Andrea P., tra i panni da lavare, degli abiti (in particolar modo una felpa) sporchi di sangue.

Il giardiniere, secondo quanto raccontato da un testimone (e poi confermato dalle registrazioni delle telecamere di sicurezza), sarebbe stato al bar dopo il delitto. Un avventore del locale, situato a pochi passi dal luogo dell'omicidio, infatti, dopo il ritrovamento del corpo senza vita di Francesca, ha raccontato ai militari di aver visto Andrea, intorno alle 22 di sabato, con una felpa macchiata di sangue e fango.

Andrea e Francesca si conoscevano da tempo ed erano amici. Spesso, con altri giovani di Bedizzole, uscivano insieme. Cosa sia accaduto tra i due sabato sera è, per il momento, ancora un mistero. Forse hanno avuto un diverbio, forse lui ha cercato di appartarsi con Francesca e lei lo avrebbe rifiutato.

Francesca aveva passato la serata in un bar di Bedizzole

Francesca Fantoni, da tutti conosciuta con il soprannome di Kekka, viveva a Bedizzole con la madre (il padre è morto l'anno scorso) e sabato 25 gennaio era uscita con alcuni amici, più giovani di lei di qualche anno. La 39enne, che soffriva di un lieve ritardo cognitivo ed era seguita dai servizi sociali, era andata con loro al bar Le Terrazze (in via Colombo, non lontano dal parco Dei Bersaglieri) e, come documentato dalle telecamere di sicurezza del locale, intorno alle 20.30 era uscita; forse voleva rientrare a casa.

Nel filmato, come precisato da 'BresciaToday', si vede la donna scambiare alcune battute con il suo presunto assassino, Andrea P., che nel fotogramma indossava la stessa felpa sequestrata dagli inquirenti, senza macchie sospette.

Ma a casa Francesca non è mai arrivata. Così la mamma, preoccupata, dopo aver provato a chiamarla al cellulare, ha avvertito l'altra figlia e si è recata dai Carabinieri di Desenzano del Garda per sporgere denuncia di scomparsa.

Le ricerche sono state subito avviate ed i militari, passando al setaccio i luoghi che Kekka era solita frequentare rinvenendo, tra la piazza comunale ed il bar, il suo smartphone distrutto. Un ritrovamento inquietante che ha subito fatto pensare al peggio.

La notizia della morte di Francesca Fantoni ha sconvolto l'intera comunità di Bedizzole. Il sindaco della cittadina bresciana, Giovanni Cottini, amico della donna, ha ricordato addolorato: 'In questo periodo era felice: venerdì le avevo comunicato che le avevamo trovato un lavoro". Il primo cittadino ha poi aggiunto: "Ha pagato il suo essere fragile, buona e indifesa come una bambina":

Un'amica e compagnia di scuola di Kekka, Elena Lonati, nel 2006 era stata protagonista di un altro agghiacciante caso di Cronaca Nera. La giovane, all'epoca dei fatti 23enne, venne ritrovata senza vita sulla scala che porta al pulpito della chiesa di San Gaudenzio a Mompiano (sempre in provincia di Brescia). Poco dopo, per l'efferato delitto, venne arrestato il sagrestano Wimal Chamila Pannamperumage.