Stefano Gheller, 46enne di Cassola (Vicenza) affetto da distrofia muscolare dalla nascita, ha annunciato di aver deciso di rinunciare all'eutanasia e ha lanciato un appello: "Aiutatemi a vedere New York". Poche settimane fa, l'uomo, sopraffatto dalla malattia, aveva dichiarato di voler andare in Svizzera, per ricorrere al suicidio assistito e farla finita. In queste settimane, però, quella che sembrava destinata ad essere una triste pagina di cronaca, si è trasformato in un piccolo miracolo.

Il sogno di Stefano Gheller

I sogni e la vicinanza delle persone possono fare la differenza e portare luce e speranza in una vita messa a dura prova da una battaglia impossibile contro una malattia degenerativa terribile come la distrofia muscolare. Stefano Gheller, costretto su una sedia a rotelle dall'età di 14 anni, fino a pochi mesi fa, voleva solo mettere fine al suo immenso dolore, andare in Svizzera e sottoporsi all'eutanasia. Di questa sua sofferta volontà ne aveva anche parlato, pubblicamente, in un'intervista ad un quotidiano locale (che poi l'aveva rilanciata a livello nazionale).

Qualcosa, da quel giorno, però è cambiata.

Tante persone si sono avvicinate, gli hanno inviato messaggi di affetto e speranza e, pian piano, lo hanno convinto a "scegliere la vita". Ora, Stefano Gheller, non vuole più recarsi in una clinica e addormentarsi per sempre: "Prima di morire, voglio provare a vivere" ha detto, aggiungendo di voler realizzare un suo grande sogno e partire per gli States: "Aiutatemi ad andare a New York" ha chiesto, sempre dalle pagine del Giornale di Vicenza. Poi, ha precisato: "Non mi piace chiedere aiuto alle persone, ma nella vita non ho mai avuto niente e per questo domando - a chi vorrà e potrà aiutarmi - di esaudire il mio unico desiderio".

L'incontro tra Stefano Gheller e il vescovo di Vicenza

Stefano Gheller, stupito e commosso, dall'effetto sortito dalla sua intervista, ha anche dichiarato: "Non lo avrei mai creduto, ma tutte le testimonianze ricevute in questi mesi mi hanno fato comprendere che magari anche la mia vita merita qualcosa in più, che forse anche io ho il diritto di sognare".

Poi, ha precisato che da quando ha raccontato la sua storia, tantissime persone sono andate a trovarlo e, durante le ultime feste, lo hanno accolto nelle loro case. Qualcuno lo ha anche aiutato economicamente chiedendogli se non era il caso di utilizzare quei soldi per realizzare un sogno, piuttosto che per andare a morire. Il 46enne ha anche affermato: "Non lo avrei mai creduto, ma tutte le testimonianze ricevute in questi mesi mi hanno fatto comprendere che magari anche la mia vita merita qualcosa in più, che forse anche io ho il diritto di sognare".

Fondamentale è stato anche l'incontro con monsignor Beniamino Pizziol, vescovo di Vicenza. "La sua visita mi ha fatto bene al cuore - ha spiegato il 46enne - gli ho chiesto di intercedere e di organizzare un incontro con Papa Francesco.

Vorrei assistere a una delle benedizioni in piazza San Pietro".

L'intervista di Stefano Gheller

Il 12 dicembre 2019, Il giornale di Vicenza ha raccontato la storia di Stefano Gheller e della sua terribile malattia, la distrofia muscolare, che lo costringe a vivere attaccato ad un respiratore e, soprattutto, ad aver bisogno di un'assistenza costante anche per compiere azioni semplici come bere, mangiare e soffiarsi il naso.

Il 46enne, seguito part-time (la pensione d'invalidità, infatti, non gli consente di assumere una badante a tempo pieno), in quell'occasione si era anche detto terrorizzato dalla possibilità che il respiratore possa staccarsi mentre si trova da solo. Gheller, inoltre, sconfortato aveva detto di "aspettare l'inesorabile aggravamento di una malattia che nel giro di pochi anni lo ridurrà immobile, a letto.

Per questo motivo aveva dichiarato di volere l'eutanasia. "Che vita è questa? - aveva concluso - non ho mai fatto una vacanza, non ho i soldi per una maglietta o per una pizza, devo chiedere aiuto per tutto".