La fine di un incubo e tanto sollievo, queste le sensazioni provate dai 56 italiani rimasti bloccati a Wuhan a causa del coronavirus, rientrati stamattina in Italia. I passeggeri hanno viaggiato su un Boeing 767 del quattordicesimo stormo dell'Aeronautica militare, atterrato intorno alle 10 del mattino all'aeroporto di Pratica di Mare (Roma).

L'aereo, equipaggiato per l'assistenza sanitaria, presentava a bordo un'equipe di medici e infermieri. Per il momento i passeggeri sembrano stare tutti bene, tra loro vi erano anche sei bambini, e pare che nessuno abbia avuto complicazioni in volo.

Quattordici giorni di isolamento

I nostri connazionali, rientrati in Italia da poche ore, seguiranno un protocollo ben preciso per evitare qualsiasi tipo di complicazione. In seguito a vari controlli iniziali, saranno poi trasferiti al campus olimpico della Cerignola, luogo in cui resteranno in isolamento per quattordici giorni, tempo di incubazione del coronavirus.

Coloro che invece mostreranno sintomi riconducenti al virus saranno immediatamente portati all'ospedale Spallanzani, dove un team di ricercatori è riuscito ad isolare il Coronavirus e sta studiando per cercare di bloccarne la diffusione.

Un italiano con la febbre è rimasto a Wuhan

Purtroppo, uno degli italiani che oggi sarebbe dovuto tornare a casa, non ha potuto imbarcarsi perché presentava alcune linee di febbre.

C'è infatti il divieto di salire a bordo, per tutti coloro che presentano anche solo un sintomo riconducibile al coronavirus, come febbre, tosse e difficoltà respiratorie.

Non c'è alcuna certezza che il ragazzo abbia contratto il virus, ma per il momento, secondo quanto dicono le prime fonti, sarebbe in osservazione all'ospedale di Wuhan.

Intanto, l'unità di crisi della Farnesina, si sta tenendo in contatto con i famigliari del ragazzo, per informarli sulle sue condizioni di Salute.

Sale il bilancio delle vittime in Cina

Sale giorno dopo giorno il bilancio delle vittime in Cina, si parla infatti di 57 nuovi decessi e di un totale di 361 morti. Dati da brivido, che aumentano la paura sempre più crescente nei confronti di questo virus letale, per il quale ancora non si conosce una cura.

I decessi causati dal coronavirus superano quindi quelli della Sindrome respiratoria acuta grave, soprannominata "Sars", che tra il 2002 e il 2003, causò la morte di 349 persone. Proprio per questo, nelle ultime ore, dalla Cina è partita la richiesta di materiale sanitario: mascherine, tute protettive e occhiali di sicurezza.

Secondo ciò che scrive il Global Times, il Vaticano, in risposta al disperato appello, avrebbe spedito in Cina circa 600.000 mascherine.