Una ragazza di 18 anni, Chiara Friggeri, ha perso la vita a causa di un'overdose di cocaina. È successo presso l'ospedale San Giacomo di Castelfranco Veneto (Treviso) dove la ragazza era ricoverata da domenica 7 giugno. Adesso è stata avviata un'inchiesta sul caso e si cerca lo spacciatore che ha venduto la sostanza alla ragazza.

Muore per overdose a 18 anni: a Monfumo è lutto per Chiara Friggeri

Chiara Friggeri è scomparsa a 18 anni a causa di un'overdose. La ragazza era stata portata in ospedale domenica 7 giugno per un malore dovuto a un sospetto mix di sostanze stupefacenti.

I medici hanno sin da subito intuito la serietà della condizione della paziente che aveva riportato gravi conseguenze all'apparato cardiocircolatorio causate dalla cocaina.

Purtroppo, venerdì 12 giugno, Chiara ha smesso di lottare, gettando nello sconforto amici e familiari che adesso chiedono giustizia. Tutta la comunità di Monfumo, in provincia di Treviso ha sperato fino alla fine in un miracolo che potesse migliorare la situazione, anche se le condizioni della ragazza sono state fin da subito gravissime. Il sostituto procuratore, Giulio Caprarola, ha disposto l'autopsia sul corpo ed ha avviato un'indagine per fare chiarezza sul caso e ricostruire le ultime ore di vita della giovane. Gli inquirenti dovranno capire chi sia stato a vendere la sostanza a Chiara e per il momento i sospetti si sarebbero concentrati su uno spacciatore della zona.

Ha lottato per giorni tra la vita e la morte

Secondo una prima ricostruzione, la domenica della tragedia la diciottenne si trovava in casa dei genitori dove viveva con i due fratelli più piccoli e la madre, quando si è sentita male. Il periodo della chiusura dovuta all'emergenza sanitaria, Chiara lo aveva trascorso in Piemonte, dove era rimasta bloccata a casa del suo fidanzato di 30 anni.

Con lui era anche quando ha perso i sensi e ha smesso di respirare ed è stato il fidanzato a dare l'allarme chiamando la madre.

Gli inquirenti cercano il responsabile

Da quanto ricostruito dagli inquirenti, il 30enne non avrebbe assunto nessuna sostanza, ma non sarebbe riuscito ad impedire alla 18enne di farne uso. I sanitari del 118, al loro arrivo, hanno intubato la ragazza e avviato immediatamente le manovre di rianimazione che sono durate per oltre 20 minuti prima che il suo cuore tornasse a battere, riaccendendo una piccola speranza nei suoi cari.

Successivamente, Chiara è stata ricoverata a Castelfranco Veneto dove le sue condizioni sono rimaste sempre disperate fino a venerdì, quando il cuore ha cessato di battere. Resta da capire come abbia fatto la ragazza a procurarsi la cocaina che le è stata fatale.