La madre di Saman Abbas avrebbe inviato alla ragazza un sms per spingerla a tornare nella casa di Novellara, quando la giovane era ospite in una casa famiglia nel Bolognese, dopo aver denunciato il matrimonio combinato che i genitori avevano organizzato per lei in Pakistan. A rivelare il testo del messaggio, inviato lo scorso dicembre, è l’edizione cartacea della Gazzetta di Reggio: “Ti prego, fatti sentire, torna a casa – avrebbe scritto la 48enne – stiamo morendo, faremo come ci dirai tu”. Si sarebbe tentato di un estremo tentativo per convincere Saman a lasciare la comunità protetta dove viveva da circa un mese, dopo essersi opposta alle nozze organizzate dai parenti con un cugino nel proprio Paese natale.

Inizialmente la 18enne non aveva ascoltato l’invito della madre; tuttavia quattro mesi dopo avrebbe deciso volontariamente di recarsi a casa per avere indietro i propri documenti, nonostante i carabinieri e gli operatori del centro l’avessero avvertita sui pericoli che avrebbe corso ritornando dai suoi.

Per gli inquirenti Saman sarebbe stata uccisa dai familiari

Secondo gli inquirenti, la notte tra il 30 aprile e il 1° maggio Saman sarebbe sparita nel nulla, dopo essere uscita con i genitori dalla loro abitazione, presso un’azienda agricola di Novellara, in provincia di Reggio Emilia, nella quale lavoravano i suoi familiari. Al momento il papà e la mamma della 18enne si trovano in Pakistan, dove sarebbero fuggiti con la scusa di andare a trovare una parente malata, subito dopo la scomparsa della ragazza: entrambi sono indagati con l’accusa di aver ucciso la figlia, in concorso con lo zio 33enne della giovane, che sarebbe stato l’esecutore materiale del delitto.

Indagati anche due cugini di Saman, uno dei quali è stato fermato in Francia lo scorso 28 maggio e ora si trova in carcere a Reggio Emilia, mentre l’altro è ancora latitante, dopo essere fuggito, probabilmente insieme allo zio della giovane. Proseguono da giorni le ricerche del corpo della ragazza, che sarebbe stato sepolto nelle campagne intorno all’azienda agricola.

La tempestiva denuncia di Saman le aveva permesso di non partire per le nozze in Pakistan

Saman con la sua denuncia era riuscita ad impedire il proprio matrimonio combinato in Pakistan. I parenti avevano organizzato in ogni dettaglio le nozze, da celebrare il 22 dicembre, tanto da aver acquistato anche i biglietti d’aereo. Ma la ragazza, che ha compiuto 18 anni lo scorso 18 dicembre, è riuscita a trovare la forza per opporsi al destino che la famiglia le aveva riservato, denunciando anche il padre e la madre.

La madre era preoccupata per le reazioni in Pakistan alla scelta della figlia

Il Corriere della Sera riporta anche la testimonianza di uno degli operatori che lo scorso novembre hanno prelevato Saman dall’abitazione dei genitori, per accompagnarla in una casa famiglia. Il papà e la mamma della giovane quel giorno furono avvisati con tutte le cautele della decisione di allontanare Saman dalla famiglia: specialmente la madre reagì molto male, sorpresa e angosciata dal comportamento della ragazza. Per il personale intervenuto fu difficile spiegarle quanto stava accedendo, anche perché la donna – nonostante vivesse in Italia dal 2015 – non riusciva a comprendere bene l’italiano. La madre parlò di “vergogna per la famiglia”, dimostrando – a detta del testimone – di piangere e disperarsi più per la difficoltà di spiegare in Pakistan il rifiuto della figlia di celebrare le nozze combinate, che per il distacco dalla giovane, che non avrebbe potuto sentire per un po’ nemmeno al telefono. Infatti la decisione di Saman di ribellarsi sarebbe stata vissuta come un motivo di disonore per lei e per il marito.