Dopo più di sette lunghissimi anni, il Tribunale Penale di Roma, ha messo fine ad una dolorosa e triste odissea che ha letteralmente distrutto la vita e la carriera dell' ambasciatore in Kosovo, Michael Giffoni. Il diplomatico venne accusato di associazione a delinquere e favoreggiamento della immigrazione clandestina. Traffici che avrebbe condotto, stando ai suddetti capi di imputazione, proprio quando era a capo della ambasciata italiana in Kosovo.

Il licenziamento e la radiazione, fino all'assoluzione decisa dal Tribunale Penale di Roma. La fine di un incubo. Ma un prezzo altissimo pagato

Il Tribunale Penale di Roma dopo sette anni e mezzo ha ribaltato e chiuso una vicenda umana e politica che ha assunto i contorni della gogna mediatica, capace di distruggere gli affetti e la credibilità professionale di uno stimato e competente diplomatico newyorkese di nascita, ma italiano nel cuore ed oltre, qual' è Michael Giffoni. Sono stati anni di grandissima pressione psicologica non solo per Giffoni, ma per tutta la sua famiglia. Anche la salute lo ha provato duramente.

Gli infarti, l'ictus ed il tumore, gli hanno imposto di tirar fuori uno spirito di sacrificio e sopportazione, animati solo dal grandissimo amore per la giustizia, per la sua patria e dal desiderio di riuscire a dimostrare in ogni sede la sua innocenza da tali ed infamanti accuse. Essere espulso dal corpo diplomatico, e ritrovarsi a sopravvivere con l'aiuto della mamma anziana, aver visto il suo matrimonio sgretolarsi e i suoi affetti più cari vacillare sotto il peso dell'ingiustizia, hanno rappresentato un vero e proprio calvario, per un uomo, per un padre che, nonostante tutto, è riuscito a proteggere l'onore ed il rispetto agli occhi di suo figlio. L'assoluzione è stata dichiarata da una sentenza del Tribunale Penale di Roma, perché il fatto non sussiste, e mai, Giffoni, intrattenne traffici illegali volti a favorire l'immigrazione clandestina.

Michael Giffoni, nella sua carriera, ha svolto incarichi assai prestigiosi ed importanti come quello in Bosnia, quando vide in prima persona gli orrori di Srebrenica, sotto le bombe di Sarajevo, e tanti altri che lo hanno reso un uomo di 57 anni, con quasi venticinque trascorsi nella alta diplomazia, a servire con dedizione la sua nazione: l'Italia. Venne licenziato e radiato dal corpo diplomatico, ancora prima che il processo avesse inizio, privato di gradi, incarichi e stipendio. Ora, è arrivata finalmente la sentenza della sua innocenza, che però non può in alcun modo rappresentare un risarcimento in riparazione del prezzo altissimo che Michael Giffoni ha dovuto pagare, in termini di serenità personale e famigliare, per non aver mai commesso alcun reato, se non esercitare le sue funzioni nell'interesse esclusivo del suo Paese.