Viveva con il padre e la sorella Milena, Marco Turrin, la guardia giurata 38enne che mercoledì 15 settembre ha ucciso la 21enne Alessandra Zorzin a Montecchio Maggiore, in provincia di Vicenza, per poi togliersi la vita. Il padre Adriano non si capacita di ciò che è successo e chiede perdono alla famiglia di Alessandra. Sposata, Alessandra era mamma di una bambina di quasi tre anni, e faceva la parrucchiera.

Il fermminicidio di Alessandra Zorzin, è accaduto a pochi giorni di distanza da quello della 31enne Rita Amenze, uccisa dal marito 61enne, Pierangelo Pellizzari, a Noventa Vicentina nel piazzale dell'azienda in cui lavorava. Per ricordare Rita si è svolta una fiaccolata.

Alesssandra Zorzin, parla il padre dell'omicida

Quando ha scoperto cosa era accaduto leggendo la notizia su Internet, ad Adriano Turrin è crollato il mondo addosso. Ai cronisti ha svelato i retroscena della vicenda, ancora tutta da chiarire, che ha sconvolto la comunità di Montecchio Maggiore. Quando mercoledì mattina è uscito dalla loro casa a Vigodarzere, in provincia di Padova, il figlio gli è parso tranquillo.

Per lui non era un mistero: suo figlio e Alessandra Zornin si frequentavano da circa sei mesi, anche se in casa non l'avevano mai vista.

Agli occhi di Adriano, il figlio era un bravo ragazzo, sempre in ordine, che non aveva dato segnali di nervosismo, anzi era contento. Però, l'altra mattina Marco Turrin ha ucciso la giovane mamma con un solo colpo d'arma da fuoco, forse dopo che lei aveva deciso di interrompere un'amicizia che era andata oltre e che avrebbe compromesso la vita coniugale. "Non ti preoccupare, è solo un amico", aveva detto mesi fa Alessandra al marito che aveva incontrato il 38enne fuori casa. "Siamo distrutti, chiedo perdono alla famiglia della vittima", ha detto il padre.

Ricostruzione dell'accaduto, precedente anomalo

L'altra mattina, verso le 12, Alessandra era sola in casa quando ha fatto entrare il 38enne nella sua abitazione a Valdimolino, frazione di Montecchio Maggiore. Non era la prima volta: i vicini hanno raccontato di aver visto quell'uomo spesso nelle ultime settimane. Testimoni hanno raccontato di aver sentito un litigio, delle urla e poi uno sparo. Un solo colpo alla guancia ha ucciso la 21enne, trovata senza vita sul letto matrimoniale. La guardia giurata si è giustificato con i vicini per il rumore dello sparo dicendo che era caduto un mobile, per poi allontanarsi senza fretta a piedi fino al parcheggio dove c'era la sua auto, un'utilitaria nera, e partire.

L'allarme è scattato quando il marito di Alessandra, Marco Ghiotto, un tornitore 28enne, è tornato a casa: era stato a pranzo dai genitori, mentre la bambina di due anni era all'asilo.

La fuga di Turrin è durata un pomeriggio. Dopo aver vagato anche oltre la provincia di Vicenza, spingendosi sul Garda e a Modena per non essere preso, braccato dalle forze dell'ordine e intercettato al casello di Vicenza Ovest, il 38enne si è tolto la vita con la stessa arma con cui ha ucciso Alessandra esplodendosi un colpo alla testa. Turrin era già stato al centro delle cronache locali per una tragedia sfiorata, definita dagli inquirenti 'strana'. Nel 2005, mentre era in auto con una ragazza, dalla sua arma di ordinanza di guardia giurata, 'accidentalmente' era partito un colpo che lo aveva ferito di striscio a una gamba.

All'epoca, le forze dell'ordine si convinsero che avesse esploso il colpo a scopo dimostrativo. La vicenda non ebbe seguito e Turrin continuò a fare la guardia giurata cambiando istituto.

Turrin aveva due armi, i cellulari non si trovano

Sono in corso accertamenti da parte dei carabinieri del nucleo investigativo di Vicenza. Finora è emerso che Turrin aveva due armi, una d'ordinanza e l'altra personale. Avrebbe commesso l'omicidio con quella personale. Non si trovano i cellulari, il suo e quello della vittima. Il 38enne li avrebbe fatti sparire entrambi. Il suo per non essere geolocalizzato, quello della vittima perché dalle chat potrebbe arrivare la spiegazione del movente del delitto. Nell'appartamento del delitto, posto sotto sequestro, tutto era in ordine: il che lascia pensare che non ci sia stata una colluttazione e che la lite sia culminata nello sparo.

La certezza arriverà dall'autopsia disposta dalla Procura che indaga sul caso

"I Turrin sono una famiglia estremamente riservata, sapevo solo che Marco aveva una fidanzata che non era del paese, tutto qua. Mi sono riproposto di andare dalla famiglia quanto prima, non ora perché il momento credo sia drammatico, anche noi però vorremmo capire che cosa è accaduto", ha detto il sindaco della cittadina in provincia di Padova, Adolfo Zordan. Questo è il terzo femminicidio in Veneto in soli 10 giorni. Domani a Vicenza alle ore 11 e 30 si terrà una marcia silenziosa.