Era il 1999 quando l'ONU istituiva il 25 novembre come data internazionale per urlare la ferma condanna alla violenza sulle donne, dal 2009 il colore rosso diventa il simbolo per ricordare tutte le vittime che si contano fino ad oggi e che quotidianamente continuano ad aggiungersi al macabro elenco. Sono ormai diversi anni che in questa giornata, oltre ad organizzarsi eventi dedicati, sit in e flash mob, gruppi di ogni genere, associazioni di diversa natura e singoli cittadini hanno deciso di esprimere la propria solidarietà alle vittime e alle loro famiglie esibendo qualcosa di rosso nelle proprie attività consuetudinarie.
Un passo indietro, perchè il 25 novembre?
Quando nel 1999 l'Assemblea delle Nazioni Unite decideva di istituire una data mondiale per sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema, la decisione fu orientata dall'anniversario della tragica morte delle sorelle Mirabel, colombiane. La storia delle sorelle Mirabel, morte a Bogotà il 25 novembre 1960, sotto la dittatura di Trujillo, iniziò con un fermo stradale mentre si recavano a trovare i loro mariti in carcere. Le tre donne furono condotte dai militari in un luogo appartato e lì vennero, stuprate, torturate, bastonate fino allo strangolamento che determinò la loro morte. Gli agenti inscenarono poi un finto incidente lasciando scivolare la loro auto da un dirupo.
Una violenza inaudita fino all'ultima azione commessa dai loro carnefici, senza un minimo di rimorso o senso di colpa e soprattutto senza alcuna condanna. Uccise perché si sentivano libere di esprimersi e di opporsi alla dittatura di Trujillo, la morte delle sorelle Mirabel, soprannominate le "farfalle", sancì indiscutibilmente l'ascesa e la fine della tirannia colombiana.
Un simbolo di forza tangibile, nascosto dietro inenarrabili violenze perpetrate su tre donne in quanto appartenenti al "sesso debole".
Elina Chauvet: scarpe rosse come simbolo delle vittime
Nel 2009 in Texas un'installazione di oltre 200 paia di "zapatos rojos" ricordava le migliaia di donne che oggi non ci sono più per mano di uomini, spesso familiari, che hanno sancito la loro dipartita prima del tempo.
L'i'dea di Elina Chauvet, artista messicana, per ricordare la sorella morta per mano del marito e tutte le altre vittime della folle violenza di genere, è stata riprodotta in tutto il mondo, divenendo il simbolo distintivo di questa lotta. Sono migliaia infatti le scarpe rosse pubblicate oggi in tutto il mondo, sui propri canali social, sia come post che come immagini di profilo, senza distinzione tra uomini e donne ma solo con l'intento di ricordare queste donne volate via troppo presto per la bieca scelta di uomini che non sono in grado di sopportare la libera espressione femminile, in ogni sua forma.
Ancora numeri troppo alti: 89 donne maltrattate al giorno
Le ultime statistiche rilevano un incremento di otto punti percentuali rispetto all'anno precedente, un numero ancora troppo elevato per abbassare la guardia sulla violenza contro le donne.
Aumentano del 5% anche i delitti commessi in ambito domestico-sentimentale che arrivano a superare i sette punti percentuali quando la vittima è una donna. In Italia 89 nuove vittime di violenza al giorno e 109 femminicidi commessi solo nell'anno in corso, poco meno della metà del totale degli omicidi commessi. Il femminicidio si consuma principalmente nell'ambiente familiare, partners o ex partners sono i principali assassini (63 su 109 omicidi) con un numero più alto dei primi rispetto ai secondi, in due casi su tre viene usata un'arma da taglio che viene generalmente associata ai delitti di natura sentimentale.
Altri aspetti che influiscono nell'andamento della violenza di genere, riconosciuto ormai come un pericolosissimo fenomeno sociale, è l'indifferenza e la mancata denuncia che spesso ne consegue delle donne vittime di maltrattamenti.
Nonostante i numerosi passi avanti legislativi effettuati finora, la strada è ancora lunga da percorrere per arginare in modo drastico questi tristi modelli culturali che ci ricordano senz'altro da dove veniamo ma affatto aderiscono con la direzione in cui vorremo andare.