Da settimane ormai il governo moldavo mette in guardia l'Europa su una possibile aggressione armata da parte della Russia. Il piccolo paese incastrato tra Ucraina e Romania, che dall'inizio della guerra in Ucraina sta attraversando una forte crisi, teme di essere il prossimo sulla lista di Vladimir Putin.
Già una settimana fa, la presidente della Moldavia, la filo-occidentale Maia Sandu, aveva denunciato pubblicamente un complotto del Cremlino per sovvertire il governo moldavo e instaurarne uno vicino alla Russia facilmente manovrabile.
La situazione moldava è un unicum in Europa, la sua posizione e la sua storia sono particolarmente interconnesse con la Russia, fattore che Maia Sandu sta tentando di allontanare per intraprendere relazioni con l'Unione Europea.
Putin revoca il decreto del 2012 che stabilisce l'integrità dell'indipendenza della Moldavia
Due giorni fa, in occasione del primo anniversario dell'invasione dell'Ucraina, Vladimir Putin ha annunciato la cancellazione di un decreto del 2012. Tale documento sosteneva la sovranità della Moldavia nell’ambito della stabilizzazione dei rapporti con l’Europa e Stati Uniti, gestendo insomma i rapporti di politica estera tra la Russia, le repubbliche ex sovietiche con UE e Nato.
"Garantire gli interessi russi in relazione ai cambiamenti nelle relazioni internazionali", così il numero uno del Cremlino nel discorso alla Nazionale il 21 febbraio. Il riferimento di Vladimir Putin è chiaro, e non si riferisce solamente alla "relazione internazionale" legata alla guerra con l'Ucraina. La Moldavia, che già dal 2021 ha iniziato il processo di avvicinamento all'Unione Europea ottenendo lo status di candidato, contiene all'interno del suo territorio la Transnistria.
Striscia di terra lunga 400 km sulla riva sinistra del fiume Dnestr, è una regione che appartiene de iure alla Moldavia ma di fatto è un territorio indipendente con proprie istituzioni, governo, moneta e passaporto, occupato militarmente dalle forze russe.
La Transnistria ha dichiarato unilateralmente la propria indipendenza nel 1991, congiuntamente alla Moldavia e alle altre repubbliche ex sovietiche. Il territorio però non è mai stato riconosciuto a livello internazionale, se non dalla stessa Russia che da 30 anni conserva un contingente che varia da circa mille a duemila soldati, oltre che un deposito di munizioni che si stima sia uno dei più grandi d'Europa.
Il legame tra Russia e Moldavia: una storia lunga più di un secolo
La Moldavia è stata sotto l'influenza russa per tutto il novecento, dall'Unione Sovietica fino alla presa romena della seconda guerra mondiale, infine l'indipendenza del 1990 con la bagarre Transnistria mai risolta e conclusasi solo nel 1992 con l'istituzione di una zona di confine demilitarizzata.
I russi tengono in scacco il piccolo stato giocando sulle forniture energetiche e fomentando il partito russofilo di un controverso imprenditore, Ilan Shor, legato all’Fsb. La Moldavia dipende per il 100% dal gas russo, dall'inizio della guerra con l'Ucraina il Cremlino ha in buona parte sospeso le forniture, provocando una forte crisi e aumento dei prezzi a Chisinau. Situazione simile per l'elettricità. Il piccolo paese riceveva energia dall'Ucraina, che attualmente non riesce a coprirne il fabbisogno, e dalla Transnistria che possiede gran parte delle centrali elettriche della Moldavia.
Da ormai da più di quattro mesi, si susseguono manifestazioni a Chisinau, capitale moldava e non solo. In tutto il paese la popolazione, sotto spinta del già citato partito filo-russo Shor, protestando contro Maia Sandu e chiedendo un riavvicinamento alla Russia.
Il malcontento verso le istituzioni è culminato con le dimissioni del premier Natalia Gravilita, dopo 18 mesi di governo. Al suo posto, la leader moldava ha nominato Dorin Recean, già Ministro dell'Interno e del Consiglio d'Affari, filo-europeista e alleato di Maia Sandu.
La presidente moldava Maia Sandu lancia l'allarme: 'Russia progetta golpe contro di noi ma fallirà'
Lo scorso 14 febbraio la presidente moldava Maia Sandu, attraverso un discorso alla nazione trasmesso in diretta televisiva, ha annunciato pubblicamente un presunto piano della Russia di sovvertire l'ordine pubblico nel paese. Nelle intenzioni di Putin, secondo i servizi segreti moldavi coadiuvati da quelli ucraini, vi sarebbe quella di "rovesciare l’ordine costituzionale, sostituire il governo legittimo di Chişinău con uno illegittimo per fermare il processo di integrazione europea e dare alla Russia l’opportunità di usare la Moldova nella sua guerra contro l’Ucraina".
Intanto il presidente americano Joe Biden, in concomitanza con la sua visita ufficiale a Kiev dove ha incontrato Volodymyr Zelensky, ha ribadito attraverso un comunicato ufficiale il sostegno a Chisinau in termini economici e in caso di minacce dalla Russia.