Nella giornata di giovedì 23 febbraio 2023 è stata pubblicata la sentenza del processo di primo grado riguardante la valanga che oltre 6 anni fa ha causato il decesso di 28 persone all'Hotel Rigopiano in Abruzzo. 23 imputati sono stati assolti, tre condannati, Ilario Lacchetta, Sindaco di Farindola e due dirigenti della Provincia di Pescara, Paolo D'Incecco e Mauro Di Blasio. In tribunale la decisione è stata accolta con rabbia dai parenti delle vittime che hanno gridato: 'Vergogna'.
La sentenza di primo grado sulla vicenda Rigopiano
Il processo doveva stabilire le responsabilità correlate al luogo in cui l'hotel è stato costruito ed anche al presunto ritardo nei soccorsi sopraggiunti dopo la tragedia.
Le condanne hanno interessato il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione, Paolo D'Incecco e Mauro Di Blasio, dirigenti della Provincia di Pescara, condannati a 3 anni e 4 mesi.
Per il sindaco di Farindola gli inquirenti avevano chiesto 11 anni e 4 mesi di reclusione, con l'accusa di omicidio colposo, lesioni personali colpose ed anche disastro colposo: la condanna è arrivata per la mancata pulizia notturna della strada che portava verso l'hotel, resa impraticabile dalle cattive condizioni meteorologiche e dalla grande nevicata di quel periodo. La sentenza emessa non ha coinvolto tutti i 30 imputati nel processo, ma solamente i 26 che si sono sottoposti a rito abbreviato.
Presenti al banco degli imputati, molti esponenti della Regione Abruzzo, della Provincia e della Prefettura di Pescara e del comune di Farindola, oltre ad alcuni rappresentati della società titolare dell'hotel; erano presenti anche l'ex prefetto del Comune di Pescara, Francesco Provolo, per il quale erano stati chiesti 12 anni di reclusione e che è stato assolto.
La ricostruzione dell'incidente all'Hotel Rigopiano
L'Hotel Rigopiano-Gran Sasso Resort era situato a circa 1.200 metri all'interno di Farindola in provincia di Pescara; nel pomeriggio del 18 gennaio 2017 venne travolto da una valanga di neve composta anche da tronchi di alberi e detriti, facendo ruotare l'edificio di circa 13 gradi e spostandolo avanti di oltre 10 metri.
All'interno della struttura al momento dell'impatto si trovavano 40 persone di cui 29 delle quali decedute a causa della valanga. Una delle famiglie che si salvò spiegò di non aver più fatto vacanze.
In quella mattinata vi erano state delle scosse di terremoto nella zona e molti ospiti avevano chiesto di potersene andare. La zona era rimasta isolata da ore per via delle forti nevicate dei giorni precedenti e la strada era impraticabile.
La valanga
Verso le 14 l'amministratore della struttura ha inviato una e-mail al sindaco di Farindola, al prefetto ed alla polizia della provincia per spiegare la situazione e chiedendo un intervento per dare la possibilità agli ospiti di lasciare l'hotel.
Intorno alle 16:45 la valanga è partita dal monte Siella, scendendo a oltre 100 chilometri orari di velocità, con una massa di oltre 19.000 tonnellate, un totale di circa 103.000 metri cubi di neve; dopo l'impatto venne dato l'allarme da uno degli ospiti, Giampiero Parete, riuscito a salvarsi uscendo poco prima dall'edificio per andare verso il suo veicolo.
Alla chiamat,a i carabinieri risposero che avrebbero verificato, mentre la prefettura pensò ad uno scherzo; a quel punto la centrale dei soccorsi contattò l'amministratore della struttura, Bruno di Tommaso, che però escluse la possibilità di crolli nell'area o qualunque altro problema, sostenendo di essersene appena andato dal luogo.
Di conseguenza i soccorsi non giunsero sul luogo per molte ore; partirono per iniziativa di un volontario della Protezione Civile intorno alle 18:57 circa 30 persone del Soccorso alpino, Guardia di finanza e Vigili del fuoco da Pescara e da Penne, a circa 9 chilometri di distanza dall'Hotel Rigopiano.
L'abbondante neve sulla strada bloccò i veicoli dei soccorsi, che proseguirono a piedi; solo quattro soccorritori arrivarono all'hotel con le ciaspole dopo diverse ore, mentre gli elicotteri giunsero alla struttura solo alle 6:30 della mattina successiva.