La Procura di Genova ha chiesto il rinvio a giudizio per omicidio volontario aggravato da crudeltà e futili motivi, di Annalucia Cecere ex insegnante di 55 anni. Secondo i magistrati sarebbe lei ad aver assassionato Nada Cella, la giovane assistente - aveva 24 anni - dello studio commercialista Soracco, brutalmente assassinata il 6 Maggio 1996 a Chiavari, in provincia di Genova. Nada venne uccisa tra le 9 e le 9:15 di quel mattino, colpita quindici volte da un oggetto contundente (forse un posacenere) mentre era seduta alla sua scrivania, provocandone lo sfondamento del cranio.

Nada Cella uccisa per rancore e gelosia

Secondo il pubblico ministero Gabriella Dotto avrebbe ucciso Nada "per motivi di rancore e gelosia verso la vittima", per via della posizione da lei occupata all'interno dello studio di Soracco e la sua vicinanza all'uomo. Non sopportava Nada Cella e la sua posizione da segretaria nello studio dove avrebbe volutoi lavorare lei. Chiesto il processo anche per Marco Soracco, 62 anni, l'ex datore di lavoro di Nada, e l'anziana madre di 94 anni Marisa Bacchioni. Sono accusati di falsa testimonianza e favoreggiamento. Per la procura, conoscevano l'identità dell'aggressore e probabilmente hanno aiutato l'indagata a "sparire", sostenendo le spese di trasferimento a Mellana di Boves, in provincia di Cuneo, dove attualmentela donna vive.

Anche segreti professionali dietro l'omicidio di Nada Cella

Ma perché Soracco avrebbe dovuto coprire qualcuno, visto che per diciotto mesi è stato l'unico indagato e sarebbe stato più facile accusare qualcun altro. Probabilmente, secondo Dotto, le indagini su Cecere avrebbero svelato alcuni retroscena poco etici, sull'attività professionale del commercialista.

Ricordiamoci che Nada Cella, il sabato precedente l'omicidio, si recò in ufficio per sbrigare delle misteriose pratiche. Cosa piuttosto anomala, visto che la ragazza, in cinque anni, non si era mai recata al lavoro di sabato. Paolo Bertuccio, altro commercialista di Chiavari, raccontò agli inquirenti di una conversazione avuta con lo stesso Soracco, dieci giorni prima dell'omicidio, in cui quest'ultimo gli confidò che "ci sarà la botta, la signorina sarà portata via".

Ma Soracco smentisce e nega che ci sia mai stata quella conversazione.

La storia delle indagini sul delitto di Nada Cella

Le indagini sull'omicidio di Nada Cella finirono in un nulla di fatto quando nel 1997 la posizione di Marco Soracco, unico indagato, venne scagionato. Nel frattempo Bruno Cella, 61 anni, padre di Nada viene stroncato da un infarto nel Luglio 1999, proprio davanti al cimitero dove riposa la figlia. Quindici anni dopo, l'inchiesta viene riaperta: si segue la pista della mafia albanese. Due esponenti della criminalità organizzata, abitavano nello stesso stabile di Nada Cella e si pensa che Cella avesse visto qualcosa. Ma la pista, si rivela priva di fondamento.

Nel Novembre 2021, dopo venticinque anni, la criminologa Antonella Delfino Pesce svolge una relazione proprio su questo cold case e lo fa riaprire: spuntano elementi sottovalutati all'epoca delle indagini tra cui l'intercettazione di una telefonata anonima a Marisa Bacchioni.

Durante la conversazione avvenuta nell'agosto del 1996, i riferimenti alla Cecere sembrano essere piuttosto evidenti. Soprattutto allo scooter, ancora in suo possesso, con cui la donna si sarebbe allontanata dal luogo del delitto. Gli investigatori però non hanno potuto contare sulle tracce di DNA, ormai non rilevabile.