Courchevel è una stazione sciistica francese molto conosciuta per gli sport invernali, frequentata da un turismo domestico di francesi ma soprattutto internazionale. Si trova nel dipartimento francese della Savoia, nella valle della Tarantasia, e fa parte del comprensorio Les Trois Vallées, che con i 600 km di piste è probabilmente tra quelli europei più grandi. Il villaggio più in alto è Courchevel 1850, dove si trova anche un piccolo aeroporto per accogliere i turisti internazionali e dove sono concentrati alberghi, gli impianti di risalita e le scuole sci. Proprio i maestri di sci italiani che lavorano in questo comprensorio stanno subendo quelli che sembrano atti intimidatori: controlli serrati sulle piste durante le ore di lezione con i clienti da parte del personale, accoglienza poco amichevole nei locali e ristoranti della zona, addirittura danni alle auto con pneumatici tagliati, carrozzeria rovinata, olio e colla sui parabrezza.

Per capire cosa sta succedendo abbiamo parlato con D.R., che insegna da 10 anni in Francia e da tre anni a Courchevel.

Cosa sta succedendo ai maestri italiani?

Siamo un gruppo di maestri e maestre di sci qui a Courchevel 1850, e da un paio di mesi siamo particolarmente sotto la lente dei controlli degli enti che vigilano sulle piste. Abbiamo ovviamente la carta professionale per poter esercitare, versiamo le tasse con la posizione fiscale in ordine in Italia e abbiamo tutta la documentazione in regola.

Però ci siamo accorti che vengono fermati solo i maestri italiani sulle piste, e a quanto sappiamo finora non è stata emesso alcun verbale.

Da un paio di settimane poi la situazione è peggiorata: tra venerdì 16 e sabato 17 febbraio qualcuno si è introdotto nel parcheggio della casa che ho affittato per la stagione e mi ha tagliato un pneumatico.

Io in particolare sono stato fortunato, perché altri colleghi hanno trovato tre pneumatici tagliati, fiancate rigate e altri danni alle auto.

Mi hanno detto che alcuni, che poi non hanno denunciato e hanno lasciato cadere la cosa, già qualche anno fa avevano trovato le macchine con qualche lieve danno come fango sui vetri, ma nulla di grave.

Ora il livello si sta alzando, e la cosa va denunciata.

Che motivazione si è dato quando ha trovato la gomma tagliata?

All'inizio ho pensato che ce l'avessero con me in forma privata, per qualcosa che ho fatto e che non è stato gradito, poi parlando con altri maestri in questi giorni è venuto fuori che non ero l'unico, anzi.

Ieri ho depositato una denuncia per atti vandalici e ho saputo che altri sette maestri e maestre avevano fatto la stessa cosa, denunciando alla Gendarmerie locale di Courchevel che di Moûtiers quanto successo. Viene da pensare che sia un'azione di disturbo coordinata per infastidirci e farci andare via.

Da quanto tempo lavorate in questo comprensorio?

I primi maestri italiani qui a Courchevel sono arrivati vent'anni fa, da quel momento la comunità è sempre stata numerosa e ben accetta: negli ultimi 10 anni siamo stati una presenza fissa, che ha saputo attrarre una clientela internazionale che spende molto e che non si rivolge più alle scuole di sci locali francesi, ma cerca maestri privati con cui avere un'esperienza diversa.

Io lavoro in Francia da 10 anni e sono qui da tre: mi sono accorto che sta cambiando la clientela, che si rivolge ai maestri indipendenti italiani o alle scuole private dove lavorano i tour operator internazionali con istruttori italiani.

Quindi c'è meno lavoro e aumenta la concorrenza?

In realtà la stagione è stata scarsa di neve: con l'innevamento programmato qui le piste non sono perfette come altri anni, ma si scia ovunque e il turismo al momento non ne ha risentito. Anzi, spesso capita che la domanda di maestri sia superiore all'offerta che le scuole possono offrire, quindi ci sarebbe lavoro per tutti senza doversi fare la guerra.

È anche vero che dopo il Covid c'è stato un aumento dei connazionali presenti qui come istruttori, ma comunque il lavoro non manca.

Pensiamo che tutto potrebbe essere dovuto alla gelosia di qualche maestro, che ci vede lavorare con una clientela ambita e non con il turismo domestico francese.

Potete far riferimento a qualche associazione?

Purtroppo anche se siamo tanti italiane e italiani a svolgere questa professione all'estero non esiste un'associazione di categoria che curi gli interessi di tutti, e non abbiamo un riferimento se non il nostro Collegio regionale di sci che ci ha abilitato alla professione che può fare poco in questa situazione.

Ci è parso di capire che le Gendarmerie non hanno ancora valutato il problema: ci è stato detto di coprire le auto con dei teli e parcheggiarle lontano dalle strade frequentate. Però siamo stati anche vittime di insulti sulle piste, e non siamo molto tranquilli.