Un recente studio del Consiglio Universitario Nazionale haesposto lo stato di "cattiva" salute delmondo accademico universitario italiano: gli immatricolati calano del 17%un dato, spalmato sugli ultimi dieci anni, che equivale alla chiusura di unateneo. Solo negli ultimi tre anni, le iscrizioni registrato una contrazionedel 4%, facendo retrocedere l'Italia al 34esimoposto per numero di laureati nella classifica dei 36 Paesi OCSE. Solo il19% dei 30-34enni italiani ha una laurea, contro una media europea del 30%. Il33,6% degli iscritti, poi, è fuori corso mentre il 17,3% non fa esami.

Un quadro davvero disastroso per l'istruzione del Belpaese,ma che non va imputato solo agli studenti. Infatti, il calo dei laureati èlegato molto al Fondo Nazionale per finanziare le Borse di Studio, che è andatoriducendosi progressivamente nel tempo. Se nel 2011 la copertura degli studentiaventi diritto al sussidio era al 75%, solo due anni prima il fondo coprival'84% delle richieste. Inoltre, dal lato didattico, negli ultimi sei anni sonostati tagliati 1.195 corsi di laurea,di cui solo quest'anno, ne sono stati soppressi 84 per la laurea di primolivello e 28 per le lauree magistrali. Riduzione da imputare prevalentementealla mancanza del corpo docente.

Velo ancora peggiore, quello da stendere sui dottorati diricerca.

In Italia siamo molto indietro rispetto a tutta Europa, con circa6.000 dottorandi in meno che si iscrivono ai corsi. L'università italiana haperso un gran numero di docenti: qualcosa come il 22% in meno. I dati OCSEdescrivono un rapporto di 18,7 studenti per docente, contro una media europeadel 15,5%. Infine, le stime future parlano di perdite nel corpo docente ancheper i prossimi tre anni.

Purtroppo, nel nostro Paese quando c'è da "tagliare" sitocca sempre l'istruzione e la ricerca. Questa cattiva pratica si ripercuoteinevitabilmente sui fondi destinati a studenti e atenei. La situazione odiernaè passata da una media di 50 milioni all'anno di fondi ai 13 milioni spesi peril 2012.