Manet dai musei al cinema con "Exhibition: la grande arte al cinema", nome scelto per la rassegna cinematografica che porta i nomi immortali della storia dell'arte sul grande schermo.
Si tratta di film-documentari proiettati via satellite in contemporanea in più di 30 Paesi diversi che conducono gli spettatori in un tour virtuale nei più grandi musei del mondo, alla scoperta di mostre dedicate a grandi artisti di ogni epoca.
Dopo il grande successo di "Leonardo Live", PhilGrabskyFilms, Nexo Digital, MyMovies e Radio Deejay collaborano nuovamente nella realizzazione di una nuova serie di film che celebrano Manet, Munch e Vermeer, entrando nel cuore delle loro opere e conducendoci alla (ri)scoperta di questi grandi artisti.
L'11 aprile alle ore 20 è stato il turno di Manet. Una passeggiata di 90 minuti lungo le sale deserte della Royal Academy of Arts di Londra, guidati dallo storico dell'arte Tim Marlow e dai curatori della mostra MaryAnne Stevens e Larry Nichols, ha permesso agli spettatori di ammirare le opere esposte in occasione della mostra "Manet: portraying life" restando comodamente seduti in poltrona.
La proiezione è stato un vero successo. Oltre 4.500 spettatori hanno riempito le sale dei 99 cinema italiani che hanno trasmesso il documentario e i commenti finali sono stati assolutamente entusiastici.
Di sicuro la visione di queste opere al cinema non potrà equiparare l'emozione che si prova nel trovarsi realmente dinanzi a tali capolavori, tuttavia va riconosciuto agli autori del documentario il merito di aver spalancato le porte di un universo di bellezza che accoglie opere magistrali come "Le déjeuner sur l'herbe" o l'altrettanto sconvolgente "Olympia", senza mai abbandonare lo spettatore (cultore o no della materia) nella solitudine delle sale, anzi, conducendolo per mano mediante commenti di specialisti del settore.
Questo meraviglioso connubio tra arte e cinema raggiunge l'apice nell'ultimo quadro che ci viene mostrato durante la proiezione, ovvero "Bar aux Folies-Bergère". In questo caso, ancor più che negli altri dipinti, l'occhio indagatore della telecamera esplora la composizione, scorpora il dipinto e penetra la realtà finemente ritratta dall'artista che con quest'ultima opera prende congedo dal mondo, consapevole del poco tempo che gli resta da vivere, lasciandoci un'immagine della società del suo tempo riflessa nello specchio posto alle spalle della barista il quale, sorprendentemente, riflette l'immagine del cliente, nonché noi stessi che osserviamo il quadro.
La rassegna proseguirà il 27 giugno con "Munch 150" in mostra al Museo Nazionale di Oslo e il 10 ottobre con "Vermeer e la musica: l'arte dell'amore e del piacere" alla National Gallery di Londra.