Finalmente è noto il vincitore della sessantasettesima edizione del Premio Strega: il modenese (trapiantato a Roma) Walter Siti con il suo "Resistere non serve a niente". E la vittoria non è certo di misura: con 165 voti su un totale di 412 votanti, "Resistere non serve a niente" ha più che doppiato il secondo classificato, "Le colpe dei padri" di Alessandro Perissinotto, che porta a casa solo 78 voti.

Il romanzo vincitore, pubblicato da Rizzoli, parla di Tommaso, ex-obeso, piccolo genio di matematica e finanza. Attraverso di lui, Siti racconta di un mondo pieno di ombre, in cui la finanza si stempera nella criminalità senza soluzione di continuità. Su questo sfondo privo di confini netti ma ricco di anfratti ombrosi, si muovono broker, malavitosi, politici corrotti che contribuiscono ad intorbidire le acque, fino a quando la stessa distinzione tra bene e male viene meno. Quel che resta è una società osservata senza scrupoli e con lucidità, al punto che Siti si interroga sul futuro della democrazia e sulle sue contraddizioni, forse sintomo di un bisogno radicale di riforma.

Per quanto riguarda la narrativa, Walter Siti è un autore meno conosciuto di altri, eppure rappresenta una voce autorevole nel panorama culturale italiano: è un importante critico letterario e saggista, ha insegnato nelle università di Pisa, Cosenza e L'Aquila. Ha scritto saggi su Sandro Penna, Eugenio Montale e Pier Paolo Pasolini (ed è curatore delle opere complete di quest'ultimo). "Resistere non serve a niente" è il suo settimo romanzo. Tra gli altri (pubblicati con Einaudi e Mondadori) ricordiamo "Il contagio", "Troppi paradisi", "Un dolore normale" e il recente "Autopsia dell'ossessione".