In Galleria Arte e Scienza s'inaugura la mostra di Jean Mègier: Astratti e ritratti. Pur nell’estrema differenza delprodotto materico portato a compimento, Jean ispirandosi a Paul Klee, veste lasua creatività di una ritmicità musicale, che si mostra, come nel casodell’artista svizzero, attraversol'esame della struttura compositiva delle sue opere.

Ciò che più colpisce Jeanin Klee è la presenza di una "danza di segni presenti in alcunisuoi quadri - spiega il pittore – neimiei stessi quadri si possono scorgere delle piccole sinfonie di segni. Lagrammatica fondamentale dei miei quadri è il segno e l’allitterazione tra isegni, la personalità di ogni segno". Come fossero metaforesull’interiorità di ciascuno, le tracce linguistiche su tela fungono da breviconcerti visivi, dove immergere il proprio sguardo per fruire liberamente dell’immagine.

I limiti del linguaggio verbale sembrano scomparire dinanzi all’uso metaforicodel linguaggio visivo di impronta pittorica, nel quale anche la temporalitàpare svanire nel nulla. Rimane solamente l’essenza, il movimento delle nostreemozioni.

Fu proprio Ludwig Wittegenstein nel “Tractatus logico-philosophicus”,opera legata alla sua ricerca sulle condizioni di sensatezza del linguaggio adimostrare l’impossibilità di formulare una teoria generale del linguaggio,poiché svolge funzioni regolate in modo non definitivo.

Infatti, il pensiero siidentifica con il linguaggio e non attraverso l’uso di segni sensibili, comepossono essere una serie di suoni o le macchie di inchiostro sulla carta, matramite proposizioni in quanto dotate di senso, ovvero in quanto riproduzionidei fatti. Come afferma Putnam, a cui si lega il filosofare di Wittegenstein,però «Tutte le rappresentazioni che conosciamosono associate ai loro riferimenti in modo contingente e passibile di esserecambiato mentre cambia la cultura o cambia il mondo». Così attraverso la metafora, che sia di natura visiva,sonora, letterale, noi sopperiamo a quelle espressioni che sembrano mancare nelcontesto linguistico.

Tracce di un universo linguistico comune, dunque,sono impresse a volte su tela e altre volte su carta dall’artista stesso.

"Il messaggio è la figura stessa.Il messaggio viene fuori pian pianino. Ogni segno ha la sua vita una suatensione che vien fuori nel ritratto finale . – spiega Jean - l’opera d’arte èun fenomeno in due tempi, c’è primo il tempo dell’autore che lo esegue che lofa e dopo c’è il tempo dove lo spettatore deve andare incontro all’opera e devedare il suo per fruirne, porta il suo bagaglio, vedrà delle cose che sonodentro di sé".