Henry"Razor" Sharp (Sylvester Stallone) e Billy "The Kid" McDonnen(Robert De Niro) sono due pugili che a metà degli anni Ottanta delsecolo scorso avevano infiammato le platee con la loro rivalità. Duescontri, una vittoria a testa. Alla vigilia del terzo, però, Razordecise di lasciare la boxe, per motivi misteriosi.
Trent'annidopo un programma tv rispolvera quella vicenda: Razor lavora comeoperaio in una siderurgia, dopo che i manager gli hanno sottratto iguadagni; The Kid, più abile, ha reinvestito i soldi in unaconcessionaria d'auto e in un pub, dove ogni sera dà spettacolorievocando, con tristezza e amarezza, il terzo e decisivo match, maidisputato.
Sull'ondadello special tv, Dante Slate jr (Kevin Hart), figliodell'organizzatore degli incontri di Razor e Kid, ha l'idea di farreincontrare i due, non per un vero match ma solo per un videogioco.Razor, a corto di soldi, accetta, ma quando si trova di nuovo fronteKid la rivalità riesplode.
La rissafinisce sui social network e da lì innesca un effetto-valanga chetravolge gli anziani boxeur: l'incontro virtuale diventa uno scontrovero, da tenersi su un vero ring. Il terzo match avrà finalmenteluogo.
Sulla carta,Il grande match aveva degli elementi interessanti: l'uso di due iconedel pugilato cinematografico (Stallone-Rocky e De Niro-Toroscatenato); la sempreverde idea della seconda opportunità, cosìhollywoodiana; uno spunto degno de I ragazzi irresistibili (lacommedia di Neil Simon su una coppia di comici divisi da una rivalitàultradecennale).
In pratica,il risultato è un film girato con lo spirito e il ritmo di unafiction di Raiuno: regia (di Peter Segal) e sceneggiatura (di Tim Kelleher e Rodney Rothman, da un soggetto dello stesso Kelleher) inanellano tutti i luoghicomuni (dalla ricomparsa di una vecchia fiamma all'elogio dellafamiglia) che ci si poteva aspettare, infarcendo il tutto con gagstantie e telefonate.
In un cosìtriste scenario ogni De Niro si ricorda di essere un grande attore etira fuori uno sguardo o una mossa degli anni d'oro, mentre Stallone"cita" alcuni momenti clou della saga di Rocky, cercando diriderci sopra (vorrebbe prendere a pugni i quarti di bue appesi comeuna volta, ma il manager lo ferma dicendogli "siamo qui permangiare"; manda giù tuorli d'uovo lamentandosi del colesterolo).
Un film chevorrebbe essere malinconico, ma mette solo tristezza.