THE GREAT WALL 3D. Cina, intorno all'anno Mille (ma forse no). I mercenari William Garin e Pero Tovar vogliono rubare la polvere da sparo per portarla in Occidente e diventare ricchi. Scoprono la Grande Muraglia, costruita per difendere il Celeste Impero da mostri di origine aliena e presidiata da un esercito misto guidato da una generalessa. Il mercenario troverà uno scopo? Regista (Zhang Yimou) e star femminile (Tian Jing) cinesi. Star maschile (Matt Damon) e sceneggiatori americani. Produzione sino-americana. Risultato? Il motore gira al minimo sindacale.
Zhang impreziosisce con qualche virtuosismo di regia, ma per il resto si adagia su uno script ricco di buchi che saccheggia Il signore degli anelli, Il trono di spade, Predator e così via. Damon ha la faccia di chi non vede l'ora di passare all'incasso. Voto: 5
Dentro e fuori la Rete
BEATA IGNORANZA. Ernesto (Marco Giallini) e Filippo (Alessandro Gassmann) sono prof di liceo diversi in tutto. Il primo odia le tecnologia, ha la casa piena di libri e ama la carta. Il secondo è un dongiovanni, online 24/7, che insegna matematica con le app. Per uno scherzo del destino, devono scambiarsi le abitudini: Ernesto entrare nella Rete, Filippo uscirne. Esaurito lo spunto iniziale, il film di Massimiliano Bruno si sfarina velocemente.
I protagonisti replicano le loro solite maschere, i comprimari vanno per conto loro e la faccenda dopo un po' annoia. Voto: 5
Straordinaria Portman
JACKIE. Dopo la morte del marito Jack Fitzegerald Kennedy, Jacqueline Bouvier Kennedy (Natalie Portman, straordinaria) si trova a gestire un'eredità più simbolica che reale. Costruirà il mito di se stessa, di JFK, della Casa Bianca come nuova Camelot.
Pablo Larrain incornicia la storia in un'intervista rilasciata da Jackie a un giornalista senza nome a ferree condizioni: pubblicherà non quello che lei si lascia scappare, ma quello che lei vuole appaia. Come in No-I giorni dell'arcobaleno, il regista cileno ci mostra come talvolta il fine più nobile possa portare ad adottare le regole dello spettacolo e del marketing.
Ma quando ci porta dietro la facciata di un completo Chanel rosa macchiato di sangue e materia cerebrale ci fa toccare con mano la disperazione di un essere umano. Voto: 8
T2 TRAINSPOTTING. Vent'anni fa Mark Renton (Ewan McGregor) aveva scelto di scappare con ventimila sterline mollando i compagni di siringhe e sbornie Sick Boy (Jonny Lee Miller), Spud (Ewen Bremner) e Begbie (Robert Carlyle). Tornato a Edimburgo, Mark si accorge che il tempo è passato, ma che la regola del “Prima c’è stata un’occasione… poi c’è stato un tradimento” non cambia. Bisogna sempre diffidare delle metafore, ma la tentazione è forte, soprattutto quando si pensa che McGregor e Danny Boyle dopo il primo film sono decollati verso i blockbuster hollywoodiani e quindi il loro ritorno, nel film, potrebbe essere una metafora del ritorno alle origini dure e pure... In ogni caso, Boyle schiva (per fortuna) il reducismo e la retorica della nostalgia. Voto: 6