E' arrivata la celebre classifica dei migliori vini al mondo secondo Wine Spectator, la famosa rivista americana nata nel 1976 come tabloid del San Diego Daily. E' un porto il migliore vino al mondo dell'anno: il Dow Vintage Port. Il vino di porto è prodotto esclusivamente da uve provenienti dalla regione del Douro, nel nord del Portogallo. Sono noti sette tipi fondamentali di vino di porto: il vintage è il più pregiato, prodotto con uve di una singola annata e invecchiato inizialmente per due anni in botte e poi sottoposto ad un secondo invecchiamento in bottiglia molto lungo, che può arrivare anche fino a 30 anni.
I parametri di classifica di Wine Spectator sono, oltre ad una scrupolosa analisi da parte degli esperti sulla qualità, anche il valore di mercato e la disponibilità di bottiglie negli Stati Uniti. A questi parametri va aggiunto l'entusiasmo generato dal vino, definito "excitement".
Nella Top 100 Wines of 2014 l'Italia può ritenersi più che soddisfatta con 19 vini nei primi 100 posti. L'etichetta toscana Castello di Ama, con il Chianti Classico San Lorenzo Gran Selezione 2010 è addirittura nella top ten, precisamente con il sesto posto. Il sesto vino al mondo è anche il tentativo dei suoi produttori, Marco Pallanti e Lorenza Sebasti, di raggiungere il Nirvana del Chianti, vino con solo uve di proprietà della cantina che lo produce fatto con un lungo invecchiamento fino a trenta mesi.
Secondo vino italiano, piazzatosi al 14°posto, il Flaccianello 2011 Colli della Toscana Centrale. Anche il terzo degli italiani, al 21°posto, è un Chianti classico: il Riserva 2010 di Castello di Volpaia. Insieme alla Toscana è il Piemonte a risultare la regione dalla provenienza più fertile, e non potrebbe essere diversamente. La sorpresa è la mancanza totale del Brunello di Montalcino. Secondo vino al mondo dietro al Dow Vintage Port si è piazzata l'etichetta australiana Mollydooker Shiraz McLaren Vale Carnival of Love. La terza piazza è stata occupata dal Prats & Symington Douro Chryseia, altro pregiatissimo vino portoghese. Non possiamo però augurare "buon bicchiere" a tutti, dato che parliamo di bottiglie pregiate dal costo proporzionale al pregio.