Meglio Leonardo di Caprio che prende la treccia di Giulietta, già interpretata da Eleonora Duse oppure Stefano Accorsi al volante di una Peugeot 205? Da domani al Museo del Cinema di Torino c'è l'imbarazzo della scelta, visto che saranno dati film con entrambi gli attori. Sicuramente William Shakespeare li batte ancora tutti e riesce a fornire a teatro e cinema tragedie eterne come la recentemente uscita Macbeth.

Lo si può vedere sempre domani, al pomeriggio, con l'ultimo film in programma per la rassegna Shakespeariana, dedicatagli a cinque secoli dalla morte dalla Bibliomedioteca Mario Gromo con il giovane Di Caprio nella parte di Romeo in Romeo + Giulietta, una messa in scena del drammaturgo inglese Baz Luhrmann del 1994.

Il recente premio Oscar con Revenant non è ancora all'altezza di Alfiero Vincenti nella versione del dramma shakespeariano che ha dato la celebrità a Carmelo Bene, ma la parte la tiene e non è facile in un simile rifacimento del testo tragico. "Veloce come il vento" è invece il nuovo film di Matteo Rovere con Stefano Accorsi, in programma al Massimo per tutto il periodo dell'iniziativa #CinemaDays 2016 che terminerà il 14 aprile a cui il Museo nazionale aderisce.

Si annuncia davvero a Torino un rally cinematografico mozzafiato come quello che nel film di Matteo Rovere si svolge in una Matera pasoliniana.

Da Matera a Verona Beach

Altre proiezioni di prima visione, eccezionalmente nelle sala Uno, e anche Due del cinema Massimo sono 'La corte' di Christian Vincent e 'Lo chiamavano Jeeg Robot' di Gabriele Mainetti. Il film di Di Caprio è gratis è verrà proiettato nel pomeriggio, mentre il pubblico potrà tornare a vedere i film sul memorabile schermo della sala Uno, grazie all'iniziativa nazionale delle associazioni dell'industria cinematografica Anec, Anem, Anica, con il sostegno del MiBACT che prevede anche un'edizione autunnale. Le proiezioni sul magnifico schermo costeranno soltanto 3 euro.

La storia di amore e morte di Romeo e Giulietta, già cavallo di battaglia del cinematografia di Franco Zeffirelli viene dal regista inglese trasposta nella contemporanea e post-moderna atmosfera di Verona Beach. I Montecchi diventano i Montague e sono anglosassoni e protestanti. I Capuleti sono la famiglia ispanica e cattolica dei Capulet. Il loro odio viene così esasperato, ma l'amore tra i giovani protagonisti trionfa ancora e il crying at happy end è assicurato. Il linguaggio shakespeariano è ben rispettato e salva la verosimiglianza storica, nonostante una messa in scena pirotecnica e volutamente eccessiva. Tutto al fine di riportare portare alle soglie del Duemila una storia senza tempo.

In realtà la vicenda di Giulietta e Romeo si svolge in una Verona medievale sotto gli Scaligeri, all'interno delle lotte intestine tra Guelfi e Ghibellini. Non poteva sfuggire a Dante, esule a Verona che la nomina nel Purgatorio: “Vieni a veder Montecchi e Cappelletti / Monaldi e Filippeschi, uom sanza cura: / color già tristi, e questi con sospetti)”. Ma Shakespeare la riprese dallo scrittore alessandrino Matteo Bandello rendendola una tragedia eterna.

Interessante sarà il confronto tra il genere storico riattualizzato e il thriller che si svolge in una Roma sotto presunti attentati estremisti “lo Chamavano Geeg Robot” dell'attore e compositore, oltre che regista Gabriele Mainett che non è il rifacimento del cinema americano. Molto ben riuscito è poi l'ennesimo legal drama francese "La Corte", perché introduce il sospetto di una relazione sentimentale tra l'integerrimo giudice e una delle giurate.