Il musical dell'artista newyorkese Lin Manuel Miranda, dopo aver preso molti riconoscimenti in molte categorie teatrali (tra cui ben 10 Grammy Award), ha vinto anche l'autorevole Premio Pulitzer con "Hamilton", nono musical della storia ad esserci riuscito; l'ultimo precedente risale al 2010 con la vittoria di "Next To Normal". Il riconoscimento, che può vantare titoli come "Un Tram che si chiama Desiderio" e "Morte di un Commesso Viaggiatore", è stato dato ad un'opera fresca e più di taglio giovanile, fatta da musiche Hip Hop, genere che circola molto nelle produzioni americane, ma che ha avuto ben pochi premi di carattere intellettuale.

La scelta del libretto

Una motivazione forte della sua scelta può essere il tema e la storia prettamente americana del libretto di "Hamilton", ispirata dal romanzo omonimo di Ron Chernow, che narra le vicende di Alexander Hamilton, uno dei padri fondatori della storia americana e delegato firmatario della Dichiarazione D'indipendenza americana (presente il suo ritratto nei dieci dollari americani); non a caso il musical è stato molto gradito dal Presidente Obama, che ha visto due volte lo spettacolo ed ha invitato alla Casa Bianca tutto il cast. E' evidente che critica e popolo americano siano ancora sensibili alle storie legate agli albori della nascita degli Stati Uniti e che provino un orgoglioso senso di appartenenza che privilegia le messe in scena delle opere narrative riguardanti tale epoca.

Ciò non toglie che l'opera lirica è stata scritta e diretta in maniera eccellente dal compositore di origini portoricane.

La bravura e il lavoro di Miranda

Lin-Manuel Miranda ha dato vita ad un'opera moderna e trascinante, dando regalità ad un genere sottovalutato come l'Hip Hop, e il vasto successo che sta conquistando nei teatri di tutta la nazione è solo un piccolo esempio del valore che possiede questo musical.

Il compositore già aveva fatto vedere le sue doti nel musical "In The Eights", vicino a tematiche delicate come la vita degli immigrati portoricani residenti negli USA (lui stesso è metà portoricano), ma qui, con "Hamilton", ha superato tutte le chiusure mentali di coloro che pensavano che un figlio di immigrati non potesse fare un buon lavoro nello scrivere e recitare in una rappresentazione di un così popolare personaggio storico americano, riuscendo a creare uno show frizzante ed energetico che sta coinvolgendo tutto il pubblico statunitense, il quale sta letteralmente invadendo i teatri del Paese per andare ad assistere all'opera musicale.