Già da qualche giorno le strade di Udine hanno iniziato a riempirsi di visitatori dall'estremo Oriente e dal resto d'Europa: si è aperto infatti venerdì 21 aprile, con la proiezione della commedia giapponese Survival Family, la 19ma edizione del Far East Film Festival (FEFF per gli amici). La più grande kermesse di cinema orientale in Europa, che conta quest'anno 84 titoli selezionati tra circa un migliaio di visioni, coinvolge come di consueto l'intera città, grazie anche al centinaio di eventi in calendario al di fuori della sala proiezioni del Teatro Nuovo Giovanni da Udine.

Chi ha spento la luce?

Ed è proprio sul tema del buio che cala in sala all'inizio del film che è costruito il filo conduttore dell'intera manifestazione, che si è aperta per l'appunto con un film in cui si immagina che l'energia elettrica sparisca all'improvviso dal mondo e l'iperelettrificato Giappone debba reimparare a vivere senza questa forma di energia. A questo segue un ricco cartellone che comprende 4 anteprime mondiali, 12 anteprime internazionali, 25 anteprime europee e 22 anteprime italiane. Su tutte spicca la presenza del Laos, per la prima volta al FEFF, con il thriller psicologico Dearest Sister; ma anche quella di Hong Kong, Paese "cardine" per la kermesse, a cui è dedicata la retrospettiva Creative Visions: Hong Kong Cinema 1997-2017 - a vent'anni dalla restituzione alla Cina da parte della Gran Bretagna.

Sarà comunque tutta la parte orientale del continente asiatico ad essere rappresentata nella sua varietà di generi e sensibilità cinematografiche; fino alla gran chiusura la sera di sabato 29 con l'adrenalinico Shock Wave di Herman Yau, che ha ricevuto il visto dalla censura cinese poco prima dell'apertura del festival, e promette di tenere il pubblico con il fiato sospeso nel raccontare - in anteprima mondiale - l'attentato terroristico a uno dei tre tunnel che uniscono l'isola di Hong Kong alla penisola di Kwonloon.

Il tutto coronato dalla consegna, a fine proiezione, dei Gelsi d'Oro - l'equivalente dei Leoni a Venezia e delle palme a Cannes, giusto per intenderci - tra cui quelli alla carriera al regista cinese Feng Xiaogang e l'attore hongkonghese Eric Tsang.

Non solo cinema

Ma è su tutta la città, come dicevamo, che cala il "buio dello spettacolo": sono infatti innumerevoli gli eventi collaterali, dalle mostre, ai mercatini, ai laboratori, alle esibizioni musicali e di danza.

La centralissima Piazza San Giacomo ospita il Far East Market, con prodotti orientali e di design; mentre Casa Cavazzini, il museo d'arte moderna e contemporanea, fa spazio all'edizione 2017 della mostra Paradoxa che esplora con tre artisti cinesi il tema dell'oscurità nell'arte orientale (aperta fino al 27 agosto). Non si contano poi i laboratori - dalle arti marziali, agli origami, all'arte del servizio del tè, a quella dei bonsai - nonché le degustazioni della sezione Far East Food, per conoscere la cucina orientale; senza dimenticare il Cosplay Contest del 25 aprile, che animerà Piazza San Giacomo.

Per gli addetti ai lavori

Ma il Far east Film Festival è anche momento di incontro e scambio tra operatori di settore europei e asiatici: siamo infatti ormai alla nona edizione di Ties that bind - workshop internazionale per produttori cinematografici -, alla seconda di Focus Asia - spazio di confronto tra buyer asiatici ed europei su 13 progetti cinematografici di genere selezionati da altrettanti Paesi tra 72 domande pervenute - e alla terza di Far East Campus, scuola di giornalismo cinematografico guidata da Mathew Scott che accoglie 10 giovani talenti da tutto il mondo.

Visto dagli udinesi

E gli udinesi che dicono? Certo, un po' di confusione in una città tradizionalmente tranquilla non sempre è la benvenuta; ma in molti, soprattutto i più giovani, si accostano incuriositi al cinema e alla cultura dell'estremo oriente, prestando la loro opera come volontari o semplicemente passando le giornate al Giovanni da Udine, che per l'occasione diventa punto di ritrovo e di conoscenza.